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Calcio estero

Inghilterra, it’s not coming home: perdere è tradizione

Inghilterra, ancora una sconfitta in finale. Sorry, it’s not coming home. Anche se l’Europeo, al massimo, in Inghilterra è stato organizzato e mai vinto. A quelle latitudini, si resta alla Coppa del Mondo del 1966, rimasta a casa solo grazie al famoso gol fantasma, nel senso che quel pallone di Hurst in finale contro la Germania Ovest l’ha visto oltre la linea di porta solo il guardalinee. Da allora è una rigorosa tradizione: come il Sunday Roast, il tea delle cinque, le fragole con la panna, il bianco a Wimbledon e la guida a destra. In Inghilterra, nel calcio, non si vince mai.

Inghilterra, una rigorosa cultura della sconfitta

Ancora una volta, non è andata. Come nelle migliori delle tradizioni, la fortuna ha voltato le spalle sul più bello e nel modo più incredibile agli inglesi. Cross di Cucurella, gol di Oyarzabal, protagonisti inaspettati dell’ennesima tragedia sportiva. Come al solito, erano i favoriti, presentatisi ai nastri di partenza con una corazzata da 150 gol: Bellingham, Kane, Foden, Saka, Palmer, il lusso di lasciare a casa Dier, Maguire, Grealish, Mount, Sterling, Rashford, Sancho. Una ricchezza gestita così e così (eufemismo) da Southgate, abile come pochi ad incastrarsi nelle scelte e ad incartarsi in panchina. Il suo rendimento: Campione d’Europa nell’inanellare sconfitte in finale e del Mondo per inanellare cocenti delusioni. E cosi per l’ennesima generazione d’oro, ancora una volta è argento. Una rigorosa cultura della sconfitta, coltivata con grande continuità.

Dal 1966 ad oggi, una collezione di delusioni

Immagine | Epa

L’Inghilterra, dal 1966 è tornata solo qualche anno fa ad affacciarsi nel calcio che conta. Quarta ai mondiali del 1990, nonostante Shilton, Platt, Waddle, Lineker, Burnes e Gascoigne, non è riuscita a migliorarsi neanche negli anni 2002 al 2010 quando ha avuto una squadra straordinaria e Capello ed Eriksson in panchina, nonostante un undici in cui si sono alternati Terry e Ferdinand coppia centrale, Scholes, Gerrard, Lampard, Beckham a centrocampo e Owen, Fowler, Rooney in avanti. Nel 2002 vince prima il Brasile di Ronaldo, nel 2004 la Grecia, nel 2006 l’Italia, nel 2008. 2010 e 2012 la Spagna del tiki taka. Anni interlocutori con Hodgson… che fa Hodgson, raccogliendo risultati trascurabili. Inizia poi (e con ogni probabilità si chiude dopo questa finale con la Spagna) l’era Southgate che centra un quarto posto ai Mondiali del 2018, perde ai rigori l’Europeo casalingo del 2021, esce, per un rigore sbagliato da Kane (altro caso umano, sportivamente parlando: campione straordinario, zero trofei vinti) contro la Francia nel 2022 e concede il bis con la Spagna. Appuntamento al 2026, ai mondiali per nuove delusioni?

Pasquale Luigi Pellicone

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