Hey Jude, cosa succede? In Inghilterra esplode il caso Bellingham e la nazionale si ritrova con i soliti problemi: ha i migliori giocatori di questo Europeo, ma nel calcio la squadra più performante non è necessariamente quella che mette insieme i più forti. Il resto lo ha messo il CT Gareth Southgate che si ritrova intrappolato dalle sue stesse scelte.
L’Inghilterra, in termini di rendimento e prestazioni, è lontana anni luce, come collettivo, dalle aspettative generate prima del torneo. La domanda è se il commissario tecnico sarà abbastanza audace da cambiare uomini e registro: il campo in questo senso ha dato indicazioni. Bellingham è fuori forma e posizione. L’esperimento Arnold è fallito, anche perché Trippier fatica moltissimo. Callagher non è all’altezza di Mainoo, che però ha delle amnesie difensive che spaventano un CT apparso più preoccupato di non subire che di imporre il gioco. Nelle scelte si Southgate pesa probabilmente il mirino che ha sulla schiena. È perfettamente consapevole di essere ad una sola sconfitta dall’esonero, ma la sensazione è che perseverare su una idea di gioco che non dà frutti e ha prodotto due pareggi in tre partite possa essere rischioso.
A questa squadra Inghilterra serve evidentemente il cambio di passo, ma per averlo servono Palmer e Saka insieme dall’inizio e questa decisione implica spostare Foden al centro. E Bellingham? Il centrocampista del Real Madrid non sta bene e non riesce neanche a nasconderlo. Ha girato a vuoto e sbagliato tanto, tradito dal nervosismo figlio della stanchezza e di una squadra tatticamente plumbea come le idee di chi sta in panchina. Troppi, i calciatori con le stesse caratteristiche a pestarsi i piedi: Foden e Bellingham, appunto. 270’ sono sufficienti per evidenziare come i due fatichino a giocare insieme a meno che il calciatore del Real non si sistemi da falso nueve come con Ancelotti, ma lì davanti c’è un certo Kane. Dunque non resta che scegliere chi deve fare posto a chi.
La sensazione è che Bellingham sarà fortunato a scendere in campo contro la Slovenia, anche perché Southgate ha bisogno di un instant team che gli permetta di arrivare in fondo. In questo senso per un calciatore che in fondo ha solo 20 anni, non sarebbe una bocciatura, ma una semplice esclusione. Una scelta che per quanto eccellente, si rende necessaria per ritrovare quel gruppo e quella squadra capace di arrampicarsi sino in finale a Wembley. La decisione, difficilissima, perché in ogni caso gli si ritorcerebbe contro, spetta a Southgate. Nessuno gli perdonerà nulla, specialmente con un tabellone diventato un’autostrada a quattro corsie verso la finale.
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