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Calcio

Inchiesta ultras, cosa può succedere a livello sportivo a Inter e Milan?

Il procuratore federale, Giuseppe Chiné, ha chiesto a Milano gli atti dell’inchiesta il giorno nel quale è venuto alla luce il caso

Proseguono gli interrogatori della Procura di Milano per portare a termine l’inchiesta sugli ultras, ma ai tifosi interessa capire cosa possano rischiare Inter e Milan sul piano sportivo. Partiamo dall’inizio. Il procuratore federale, Giuseppe Chiné, ha chiesto a Milano gli atti dell’inchiesta il giorno nel quale è venuto alla luce il caso. Al momento, nulla è stato ancora trasmesso e i tempi potrebbero non essere così brevi. Per questo passaggio ci vorrà del tempo. Infatti, la Procura di Milano, guidata da Marcello Viola, preferisce attendere che le indagini raggiungano un livello di maggiore “maturazione”. Chinè, quindi, deve attendere un altro step: quando sarà tolto il segreto sugli atti in questione, non potendo interferire con le indagini penali.

Bandiera Inter | pixabay @jorono

Una volta che gli atti saranno trasmessi, Chiné valuterà i possibili illeciti dei tesserati dei due club che saranno nuovamente chiamati a rispondere alle domande del procuratore, questa volta per l’ambito sportivo, sulla reale natura dei rapporti vietati dalle norme Figc. Da quello che sappiamo fino a oggi tutto ruota intorno all’articolo 25 del Codice di Giustizia Sportiva. Al comma 1, sulla prevenzione dei fatti violenti, si legge: “Alla società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi organizzati e non organizzati di propri sostenitori, salvo quanto previsto dalla legislazione statale vigente”.

Le sanzioni

Per questa violazione si applica la sanzione dell’ammenda che per le società di aerie A va da 10mila a 50mila euro. È il comma 10, invece, a parla dei tesserati. A loro “è fatto divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società. Dette convenzioni, stipulate secondo le condizioni previste dall’art. 8 del D.L. n. 8/2007 convertito in legge con la L. n. 41/2007, devono essere validate dalla Federazione”.

E ancora: “In ogni caso tali rapporti devono essere autorizzati dal delegato della società ai rapporti con la tifoseria. In caso di violazione delle disposizioni di cui al presente comma, si applicano le sanzioni di cui al comma 9”. Il comma 9 che per le violazioni in ambito di serie A prevede una sanzione di 20mila euro. Il rischio per le società coinvolte è, quindi, di una multa.

Le audizioni

In questi due ultimi giorni, intanto, sono iniziate le audizioni alla Procura di Milano. Mercoledì è stato il turno di Simone Inzaghi, sentito come persona informata sui fatti. Il tecnico, che non è indagato, è stato sentito dagli agenti della Mobile: un incontro durato meno di un’ora nel quale Inzaghi ha dovuto chiarire i dettagli del rapporto emerso con i capi ultras nerazzurri, ora detenuti assieme a quelli del Milan.

Tra le tante intercettazioni ce n’è una tra Marco Ferdico, ormai ex capo della Nord interista detenuto con l’aggravante mafiosa, e lo stesso Inzaghi: Ferdico chiamava per intercedere sulla dotazione di biglietti da dare alla curva Nord per la finale di Champions 2023. Il tecnico campione d’Italia, accompagnato dal Security Manager Gianluca Cameruccio e dall’avvocato Angelo Capellini, è sentito lontano dalla sede centrale della Questura milanese presidiata da telecamere e giornalisti.

La testimonianza

“È stata una testimonianza pulita ed esauriente, ha risposto a tutte le domande”, ha sottolineato una fonte investigativa riportata dall’agenzia Adnkronos. A proposito del vertice con gli ultrà interisti, in cui Ferdico lo sollecitava a intercedere con il presidente Marotta per avere più biglietti in occasione della finale di Champions, Inzaghi ha spiegato che questo dialogo rientrava nei rapporti tipici tra la curva e la squadra.

Secondo quanto ricostruito nell’ordinanza, la richiesta di Ferdico al mister era stata di “intervenire con la società” per avere più biglietti. E da Inzaghi sarebbe arrivata una promessa di mediazione per accontentare la curva Nord. Inzaghi ha risposto a tutte le domande in modo esauriente.

Il turno di Javier Zanetti

Invece, ieri è stato il turno di Javier Zanetti, ex capitano dell’Inter, oggi vice presidente del club di viale della Liberazione. L’argentino ha negato di avere avvertito il capo ultras Marco Ferdico del fatto che la polizia stesse “tenendo sotto controllo” la curva Nord: il riferimento è a una telefonata tra lo stesso Ferdico e Marco Materazzi durante la quale era emerso che l’ormai ex capo ultras dell’Inter era venuto a sapere che “dei funzionari di polizia stanno monitorando la curva anche per quanto accaduto al povero Vittorio”, in riferimento a Boiocchi, l’ultrà ucciso due anni fa.

La deposizione di Zanetti è durata circa un’ora e mezzo. Il vicepresidente nerazzurro ha affermato di non avere mai subito intimidazioni o minacce e che parlava con i rappresentanti della curva sempre in un “clima tranquillo”.

La frase di Luciano Spalletti

L’ultimo capitolo lo ha scritto, però, Luciano Spalletti prima della gara tra l’Italia e il Belgio giocata all’Olimpico e terminata 2-2. Il c.t. sulla questione ha detto: “Io posso raccontare quello che ho vissuto a Milano e non mi sono mai trovato a che fare con queste situazioni. Anzi, non mi è nemmeno mai successo durante tutta la carriera che qualcuno mi abbia telefonato per certe cose. E per questo l’ho trovata una cosa molto nuova, che mi ha sorpreso. Non lo so quali siano stati i rapporti precedenti, se uno non lo conosci penso sia difficile poter scambiarci delle parole. Io rispondo a tutti, anche a quelli che non conosco, però poi so riattaccare e so continuare la conversazione con chi mi telefona”, le sue parole alla Rai.

Ultras Milan | pixabay @chatst2

Parole che hanno meravigliato l’Inter, anche se nessuno ha commentato queste dichiarazioni, che arrivano a distanza di ormai cinque anni dall’addio a Milano. Con lui ad Appiano sono arrivate due qualificazioni in Champions e la grana del caso Icardi ad agitare le acque, mentre la squadra lottava per il quarto posto. Il tifo nerazzurro gli ha sempre riconosciuto una parte del merito nei successi arrivati dopo il suo addio, ma ieri non tutti hanno apprezzato le sue parole. Ci saranno altri capitoli?

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Redazione Footbola

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