Vengono fischiati troppi rigori in Serie A? Il dato e il confronto con gli altri campionati fa scattare l’allarme
Falli leggeri fischiati, altri decisamente più pesanti lasciati correre e un regolamento ancora non chiarissimo (o comunque non seguito precisamente alla lettera)… ciò che è certo è che in Serie A di rigori ne vengono fischiati tanti, molto più che negli altri campionati europei. Dopo appena sette partite gli 11 metri, infatti, sono stati i protagonisti in tantissime occasioni, ma a cosa è dovuta questa tendenza? Esiste un caso calci di rigore nel nostro campionato? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a proposito.
Il confronto con i principali campionati europei è evidente anche senza bisogno di statistiche dettagliate: in Italia sono stati assegnati 32 rigori, con una media di 0,46 a partita, ovvero circa 4,6 per giornata. Seguono la Liga con 28 rigori in 90 partite (0,31 di media), la Ligue 1 con 27 in 63 gare (0,43), la Bundesliga con 23 su 54 partite (0,43), e infine la Premier League, che si distingue con soli 12 rigori assegnati nelle stesse 70 partite. L’approccio degli arbitri a episodi simili è chiaramente diverso, ma siamo sicuri che sia solamente questo il problema?
Come ha sempre sottolineato Gianluca Rocchi: “Dobbiamo essere bravi a concedere i rigori solo quando ci sono davvero, quelli che sono rigori rigori”. Una dichiarazione che sembra ovvia, ma non del tutto, considerando gli errori inevitabili, gli eccessi nelle decisioni e l’occhio vigile del Var. Siamo tornati in una stagione in cui il gesto dell’arbitro che indica il dischetto è spesso confermato dal Var, che in molti casi prende la decisione definitiva.
Un dato interessante, però, emerge da tutto questo e ci regala qualche sorriso (ironico, molto spesso): prendendo in considerazione anche le competizioni europee e non solo i campionati nazionali, possiamo scoprire che non siamo la lega peggiore sotto questo punto di vista. In 36 partite di Champions League, infatti, sono stati assegnati 17 rigori, con una media di 0,47 a incontro, quindi leggermente superiore a quella della Serie A. La domanda sorge spontanea: perché si vedono più rigori rispetto agli anni passati?
Negli ultimi giorni, e anche ieri, sono emerse diverse opinioni da parte degli addetti ai lavori. Spalletti, ad esempio, ha dichiarato che, se fosse arbitro, sarebbe curioso di lasciar correre di più, mentre Fonseca ha commentato che “sui rigori ormai è un circo”. Anche dalle prime giornate non sono mancate critiche, come quella di Baroni: “In più di mille partite non ho mai visto rigori come quelli concessi alla Fiorentina”. Ci sono stati errori evidenti, come quelli di Fiorentina-Milan, mentre l’episodio su Baldanzi in Monza-Roma ha sollevato diverse discussioni. Alcuni sostengono che i giocatori guardavano il pallone in aria, rendendo il contatto fortuito, mentre altri affermano che il pestone sia sempre da considerare rigore.
Probabilmente, in futuro, si dovrà tornare a valutare con più attenzione l’intenzionalità palese. Un esempio è il rigore assegnato per il fallo di mano di Luperto in Juve-Cagliari: oggi viene considerato rigore, ma la dinamica del gioco, soprattutto in situazioni di duello aereo, giustifica quella postura.
È comunque interessante notare che nei tre campionati precedenti la media dei rigori assegnati era in calo: nella stagione 2021-22 era di 0,37 a partita, nel 2022-23 scesa a 0,28 e lo scorso anno a 0,34. Quest’anno, invece, si registra un netto aumento. I rigori stanno diventando un problema?
“Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore” cantava il grande Francesco De Gregori in una delle sue canzoni più famose: La Leva Calcistica della Classe ’68. I calciatori della nostra Serie A, però, forse stanno iniziando a prendere troppo sul serio queste parole. La percentuale di rigori realizzati in questa stagione, infatti, è la seconda più bassa dal 2015-16, pari al 64,71% di due anni fa, e questo fenomeno ha solo due possibili spiegazioni: o i portieri sono diventanti più bravi sui calci di rigore, o i rigoristi sono peggiorati sensibilmente.
I due rigori parati contro il Milan da parte di David De Gea e quello neutralizzato da Maignan nella stessa partita, hanno contribuito a far salire la media delle parate in Serie A, con otto rigori neutralizzati dai portieri nelle prime sette giornate. A fermare gli altri tiri dagli undici metri sono stati Vasquez, Skorupski, Milinkovic, Maignan, Sommer e Gollini. Questo rappresenta una sorta di “record” per la Serie A, dove il caso ha sempre meno peso. La parola che accomuna le diverse generazioni di portieri è preparazione: senza una preparazione adeguata, non si para.
Se la media dei rigori concessi varia in base alle circostanze delle partite, le parate dipendono dallo studio individuale dei portieri. Un esempio è Devis Vasquez, portiere dell’Empoli, che ha parato il suo primo rigore in Serie A contro la Lazio, neutralizzando Castellanos (che comunque non aveva calciato benissimo). È il terzo rigore parato nella sua carriera, dopo quelli con Guaraní e Internacional de Palmira, squadra con cui partecipò al Torneo di Viareggio nel 2017, quando bloccò Antonio D’Alena del Torino Primavera.
Anche Sommer, portiere dell’Inter, è uno specialista: in Serie A ha fermato Messias e Nico Gonzalez, portando a 17 il totale dei rigori parati in carriera. Maignan, con la parata su Kean, ha raggiunto quota 12 rigori parati su 55 tentativi. Tuttavia, Lukas Skorupski li supera entrambi: ha respinto 15 rigori su 68, inclusi gli ultimi due contro Thauvin e Sudakov, quest’ultimo in Champions League. Il portiere del Bologna ha contribuito a mantenere alta la media delle parate dal 2016, anno in cui fermò il suo primo rigore a Joao Pedro, quando giocava nell’Empoli. Nelle prime sette giornate di quella stagione, il 70% dei rigori era stato realizzato, con quattro parate su venti tentativi. La stagione più difficile per i portieri fu il 2018-19, quando solo un rigore fu parato su 11 tentativi, con una percentuale di realizzazione del 90,91%. In quell’annata, l’unico portiere a distinguersi fu Alessio Cragno del Cagliari, che bloccò un tiro di Kownacki della Sampdoria. Quest’anno, però, le parate sui rigori sono più frequenti.
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