La carriera di Asier Illarramendi è strettamente connessa a quella dell’attuale tecnico della nazionale spagnola, Julen Lopetegui. Fu lui a lanciarlo come possibile stella del calcio spagnolo nell’Europeo Under 21 del 2013 ed è stato lui a portarlo per la prima volta in prima squadra nell’amichevole giocata contro la Colombia pochi giorni fa.
L’Illarramendi visto in Israele all’Europeo di categoria era un giocatore sensazionale: punto fermo davanti alla difesa con capacità di rottura e impostazione, era il giovane su cui la maggior parte degli spagnoli avrebbe scommesso per un futuro brillante. Dello stesso avviso fu Florentino Perez che arrivò a spendere 37 milioni per un ragazzo allora 23enne da inserire nella squadra che dava la caccia alla Décima Champions League.
Non sarà quella però la sua consacrazione: l’esperienza al Real Madrid è un fallimento, o un fracaso come si usa dire in certi ambiti. Illarra torna alla Real Sociedad per ricostruire la sua reputazione e nel giro di due stagioni torna a far parlare di sé.
Lo snodo chiave della sua carriera però è Julen Lopetegui che nel frattempo dopo una panchina al Porto andata male è diventato l’allenatore della nazionale maggiore. Per tornare in vetrina c’è bisogno di una figura di un certo spessore che ponga fiducia in questo ragazzo e chi meglio dell’allenatore che più di tutti ha esaltato le sue qualità?
Durante la stagione Illarramendi cresce all’interno di un sistema ben collaudato come quello della Real e a inizio giugno arriva la prima chiamata della nazionale maggiore: esordio da titolare con la Colombia positivo, fiducia ritrovata e un futuro da costruire con basi adesso molte più solide. C’è un’altra partita da dover giocare che vale tanto per le qualificazioni: chissà se l’impatto positivo della gara di Murcia porterà ad una sua conferma nell’undici di partenza delle Furie Rosse.
Dall’Europeo di Israele 2013 sono passati quattro lunghi anni: stagioni a tratti difficili e di transito per poi ritornare in grande stile in campo con la maglia della Roja, stavolta assieme ai grandi. Un centrocampista di grande qualità che dovrà far fronte all’esplosione di tanti giovani (Marcos Llorente in quel ruolo sarà un concorrente di altissimo livello) ma che assieme alla sua guida tecnica e a tratti anche spirituale può solo sognare in grande.
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