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Il Trono di Spagna: tanto rumore per nulla

Tanto rumore per nulla. Il nome di Lionel Messi è normale che scateni curiosità, reazioni e interesse, ma sarebbe opportuno che si giudicassero cose concrete e soprattutto contestualizzate: per fortuna poi c’è il campo, che dovrebbe essere l’unico aspetto da commentare della vita di questo straordinario campione, ancora in grado di regalare delizie tecniche come la perla contro l‘Athletic Bilbao.

Riavvolgiamo il nastro: la copertina del Mundo della giornata di domenica era dedicata alla scoperta shock dello stipendio che Messi percepisce dal Barcellona. Messi guadagna tanto, tantissimo, ma la cosa davvero è sorprendente? Ok, probabilmente ha guadagnato di più di quello che si pensava, e quindi? Si è arrivati a dire che lo stipendio di Messi sia la rovina del Barcellona, il fattore principale del crollo economico del club.

Ma se Messi è la rovina del Barcellona, certi titoli sono la rovina del giornalismo. Bastano anche semplici calcoli aritmetici con dati ufficiali di Forbes o Navigate Data Analytics per capire che la sola presenza di Messi è un enorme guadagno per il Barcellona, e se si aggiungono poi i ricavi dovuti ai risultati sportivi il quesito non è neanche da porre. Tanto rumore per nulla, appunto. In fondo il nome di Messi è una facile pubblicità, crea dibattito, contrasti, e il fatto che siamo qui a parlarne ne è la prova.

L’abuso della notizia è la cosa ferisce maggiormente, perché tende a stravolgere la visione della persona e l’impatto del calciatore. Il fenomeno diventa colpevole, il salvatore di una squadra che negli ultimi anni ha sbagliato ogni singola grande operazione di mercato diventa la rovina del club. Trascendendo il lato economico che non è certo l’aspetto focale di questa redazione (ma per fortuna ci vengono incontro dati ufficiali), annichilire l’importanza sportiva di un giocatore del genere con due parole spicciole che rimbombano grazie all’eco dei milioni di euro, è veramente una crudeltà nei confronti di questo sport.

Poi per fortuna arriva il momento in cui si giocano le partite, la parte più bella da commentare. Ed è lì che si è visto il Messi di cui è giusto parlare: quello che ride in faccia alle difficoltà, quello per cui non basta mettere un uomo sdraiato dietro la barriera e uno sul palo per respingere il pallone, perché se vuole mettere la palla all’incrocio non c’è persona che possa intercettarla. Un gesto di una pulizia tecnica da fuoriclasse innato, il miglior tiratore di punizioni in attività, che nel passato forse può considerarsi secondo in questo settore solo a Juninho Pernambucano.

Il Barcellona difficilmente vincerà qualcosa, lo ha detto anche Koeman, ma di certo non per i soldi che deve a Messi. Quello che ha inventato da capo la storia di questo club, capace di zittire il rumore scatenato sfruttando il suo nome alla prima occasione.

Simone Gamberini

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