Delle tante settimane di nuovi inizi che abbiamo avuto nella seconda parte di 2020, questa è sicuramente la più importante nell’ottica del calcio spagnolo. Non solo perché è quella del ritorno in Champions League, ma anche perché al termine di questi sette giorni si sarà giocato anche il Clásico tra Barcellona e Real Madrid, il primo post-emergenza, tappa chiave per capire le ambizioni e il valore di due squadre che hanno fatto di tutto in questo avvio di stagione per creare attorno a sé grande scetticismo.
Due situazioni di difficoltà differenti da cui però in entrambi i casi è necessario uscire. Il Real ha cominciato il campionato da favoritissima, ma in poco tempo ha già sciupato tantissime credenziali: i passi falsi contro Real Sociedad e Cadice già sono tanti per una squadra abituata a fissare l’asticella dei punti attorno a quota 90, soprattutto considerando il finale della scorsa stagione in cui l’unico passo falso è stato un pari all’ultima giornata a titolo già vinto. La squadra sembra ancora dipendere troppo da Ramos e Benzema, non che sia una situazione così strana quando si hanno dei campioni del genere in rosa, ma la necessità di avere sempre al meglio questi due elementi rischia di portare pessime prestazioni come quella vista nell’ultimo weekend.
La rosa del Madrid è una di quelle da gara, capace anche di poter vincere persino la Champions quest’anno, ma avrà a disposizione due appuntamenti da qui a sabato, ma sarà necessario alzare i ritmi per poter presentare una candidatura al titolo finale. Perché in fondo il Real non è stato granché neanche in alcune partite vinte, vedi quella soffertissima contro il Levante, o i risultati tutti di misura negli altri successi. Insomma, un grande spreco di talento per una squadra che non ha bisogno di rivoluzioni e che dovrebbe semplicemente riprendere da dove aveva lasciato lo scorso campionato. Il vero rimprovero in tal senso da fare a Zidane è quello di non dare delle certezze, delle garanzie alla squadra: in campo va sempre un undici differente, e soprattutto in attacco non si sono capite ancora le gerarchie dei compagni di Benzema, una situazione troppo disorientante per una squadra che ha sì una panchina superiore alla concorrenza, ma che al momento la gestisce in maniera superficiale.
Il Barcellona invece qualche attenuante ce l’ha, anche se non possono essere considerati sufficienti i risultati ottenuti fin qui. Ma per una squadra che ha vissuto una rivoluzione (a dirla tutta più concettuale che pratica) in estate e che ha dovuto superare difficoltà importantissime, qualche passaggio a vuoto ci può anche stare. Manca la continuità all’interno della stessa partita, per una squadra che gioca un ottimo calcio ma solo a intervalli, troppo poco per poter ambire a qualcosa di grande a partire da questa settimana. Koeman di fatto deve sciogliere ancora i suoi problemi più importanti: Griezmann è un valore aggiunto per questa squadra? Può essere un fattore? Al momento la risposta è prevalentemente negativa, il suo apporto continua a essere scadente e la squadra ha bisogno di maggiori certezze. Di fatto la nota positiva più inattesa è quella di Coutinho, diventato un giocatore determinante e che sta incidendo sulle partite tanto quanto Ansu Fati, a oggi stella della squadra anche più di un Messi che forse avrà bisogno di qualche settimana per rientrare nella mentalità del fenomeno, perché il suo impatto sulla stagione è stato fin qui approssimativo.
Saranno fondamentali queste partite di Champions dell’una e dell’altra per capire che Clásico avremo: perché si fosse giocato senza intervalli avremmo sicuramente visto una sfida condita dalla paura, simile a quella dell’andata dello scorso anno, uno spettacolo non all’altezza della partita di campionato più bella del mondo.
Ma già che siamo nel Trono di Spagna, approfittiamone per commentare altre tematiche oltre al Clásico. Il Villarreal e la Real Sociedad sono al momento in testa alla classifica, in attesa che il calendario pareggi le giornate (bisognerà però attendere e tanto). Ma se i baschi hanno fatto il loro prendendosi punti pesanti in partite canoniche, il Villarreal ha dato una violenta pugnalata al cuore dei loro rivali, il Valencia. Nell’ultimo Derby de la Comunitat il gol decisivo lo ha segnato Dani Parejo, l’ex capitano dei Che scaricato in estate da una presidenza che ha fatto danni irreparabili sia a livello di rosa che nel rapporto ormai bellico con i tifosi. Quella rete sa di giustizia, un messaggio chiaro diretto a Lim per fargli capire quanto sia stata scelerata la sua gestione del calciatore più rappresentativo del Valencia di questi anni, un calciatore che oltre a decidere il derby adesso è anche in testa alla classifica, praticamente uno scacco matto.
Perché ora il Submarino Amarillo assieme alla Real Sociedad potrà guardare finalmente un Clásico con degli interessi di classifica, per la speranza forte che l’anno del miracolo arrivi finalmente anche in Spagna. Impresa quasi impossibile verrebbe da aggiungere, ma con andazzi così balbettanti di entrambe, dopo così poche giornate, rendono tutto ancora possibile.
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