Il 2020 ha ancora tanto da dare alla Liga: due giornate ancora per concludere l’anno più agonico del Dopoguerra, ma con il chiaro indizio che il 2021 sarà una lunghissima corsa a due tra Atlético e Real Madrid per la conquista del Trono di Spagna.
Ormai non c’è più dubbio, il titolo andrà a una di queste due squadre. L’ultimo turno lo ha confermato su tutti i fronti: il Barcellona, che già era da considerare fuori dai giochi, potrà lottare al massimo per evitare la figuraccia di non rientrare tra le prime quattro del campionato; la Real Sociedad ha finito la benzina e il Villarreal per quanto valido e reduce da una bellissima vittoria non avrà il passo per rimanere in scia al duo madrileno. Se vogliamo allargare la lista, anche il Siviglia, forte ma limitato in quanto a energie fisiche come si è visto nella gestione del doppio impegno frenetico fin qui, ha chance nulle di recuperare punti sulla vetta.
E quindi è già opportuno gettare le basi per quella che sembra un’inevitabile volata titolo. La squadra più interessante da analizzare in questo momento è l’Atlético, dato che a Valdebebas ormai sembra che si giochi a carte scoperte. I Colchoneros hanno gli stessi punti del Real ma con due partite giocate in meno e a scontri diretti già disputati, scenario teoricamente ideale ma che dà sicuramente meno sicurezze rispetto a quello di un paio di settimane fa. Innanzitutto perché la squadra di Simeone comincia a mostrare dei punti deboli: i gol subiti sono pochissimi, ma questi tutti sono arrivati su colpo di testa, un dato che non può essere sottovalutato; anche contro l’Elche, in una comoda vittoria, la rete di Boyé è arrivata su una sbagliata marcatura in un contrasto aereo, e in certe situazioni neanche il santone Oblak può metterci una pezza.
Nulla di grave, sia chiaro, anche perché Simeone ha dimostrato di sapersi adattare alle partite, cambiando di nuovo lo schema di gioco che nell’ultima partita è tornato a essere il vecchio 4-4-2, segnale che a disposizione ci sono diverse soluzioni e che la squadra sa vincere anche senza spingere per forza al massimo. Queste partite sono diventate una formalità ed è un enorme passo avanti rispetto alle scorse stagioni, ma con un Real a pari punti aumenteranno le pressioni e dalla prossima gara con la Real Sociedad si potrà testare la tenuta mentale di una squadra costretta a dimostrare qualcosa.
Dall’altra parte invece tutto appare sotto controllo. Il gap di 6 punti, peraltro solo potenziale e non ancora effettivo, non spaventa una squadra che ha dimostrato in tempi recenti di poter vincere tutte le partite: Zidane non va di corsa, ha il controllo della situazione anche perché lo spavento della partita con l’Athletic, vinta rischiando nonostante la superiorità numerica, è stato scacciato da una prova sostanzialmente in ciabatte contro l’Eibar. Poi mano a mano tutti i big sembrano recuperati: manca di fatto solo il miglior Hazard all’appello, ma il vedere un Luka Modric su questi livelli e Carvajal tornato a essere il terzino più completo al mondo fanno sicuramente ben sperare Zidane per questa volata lunga più di un girone.