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Il Trono di Spagna: fallimenti e vittorie fuori confine

C’è una Spagna che sogna di essere ancora protagonista in Europa. Dopo l’anno a vuoto della scorsa stagione in cui nessuna squadra è riuscita a centrare una finale europea, questo deve essere l’anno del riscatto in un’epoca fortemente segnata da questa nazione in ambito internazionale.

Il problema è aver perso i nuovi Campioni di Spagna, il Real Madrid. Non era facile rimontare contro il Manchester City, soprattutto per via dell’assenza di Sergio Ramos, che ogni volta che manca fa capire quanto sia importante per la squadra e soprattutto per i compagni di reparto. La prestazione horror di Varane ne è una piccola testimonianza, i numeri della squadra in Europa senza il suo capitano il perfetto emblema: Zidane è stato eliminato per la prima volta in carriera in Champions League al quarto tentativo, ma non si può non elogiare il suo grande lavoro in questa stagione. Ha plasmato una nuova squadra, un nuovo gruppo, portandolo a vincere dove non ci riusciva più, probabilmente con un altro sorteggio la squadra sarebbe ancora in corsa per la vittoria finale.

Per ora assieme a un Getafe arrivato con poco da dire dopo un finale di stagione deludente, è l’unica squadra della Spagna uscita dall’Europa in questa seconda parte. Il Barcellona dalla sua si è ripreso, anche se non convince ancora a pieno soprattutto per via di un accoppiamento molto complicato con il Bayern: Messi ha risposto presente all’appello e ora vedremo coi ritorni importanti di Busquets e Vidal che tipo di risposta ci sarà nella partita che può essere considerata l’élite del tabellone attuale. Certo un cammino trionfale in Champions sarebbe un enorme schiaffo ai chiacchieroni senza conoscenza e alle loro frasi fatte, oltre che alla superficialità di chi critica alcuni calciatori veramente forti come Semedo solo perché non hanno mai visto una sua percussione palla al piede al di fuori del proprio Ultimate Team online.

Buongiorno anche a chi ha scoperto la forza di un ottimo Siviglia, potenziale vincitrice di questa Europa League. Una squadra a cui manca di fatto solo un grande finalizzatore in area, altrimenti potrebbe seriamente aspirare a qualcosa di grande: il turno con la Roma è stato di fatto una formalità, anche se c’è da capire se sia dovuto più a una crescita incredibile dei ragazzi di Lopetegui o a un passaggio a vuoto dei giallorossi, mai realmente protagonisti in questa edizione dell’Europa League. Con il Wolverhampton sarà fondamentale saper gestire le risorse e utilizzare gente come Munir che con la Roma ha visto il campo solamente nel finale, ma che con più fiato può risultare davvero un calciatore decisivo. Infine una breve su Reguilón: il Real lo ha lasciato andare via perché con Marcelo e Mendy avrebbe avuto tanta concorrenza, non per altro, visto che già l’anno scorso si erano viste le qualità di un terzino straordinario, lo dovesse prendere davvero una squadra come il Napoli sarebbe un acquisto di primissimo livello.

A breve sarà anche il turno dell’Atlético Madrid, il ritorno nel luogo del delitto. Vedere i Colchoneros a Lisbona è sicuramente qualcosa di curioso, visto che lì si è interrotto il sogno di diventare per la prima volta Campioni d’Europa, peraltro ai danni del Real, in una delle notti più incredibili della storia della Champions. Anni differenti e situazioni differenti: ora le partite sono tre e anche con il peso del favore del pronostico, soprattutto in questo quarto con il Lipsia in cui l’unico divieto è quello di sbagliare. Da una stagione cominciata male può incredibilmente nascere l’opportunità della vita, ma Simeone non potrà commettere errori nella preparazione delle partite, per un cammino verso la finale che potrebbe essere anche trionfale. Ma fare pronostici con questa squadra è veramente impossibile.

Quindi ci siamo, iniziano le due settimane più calde del calcio in Europa, con una Spagna ancora vivissima in entrambe le coppe che spera di poter tornare ad alzare qualche coppa.

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