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Il Trono di Spagna, ep. 2: il sorpasso

La Liga di quest’estate è così, tutta d’un fiato. A volte si fa fatica persino a tenere il conto delle giornate, di chi ne ha giocate di più e chi di meno. Ma quando al termine della domenica finalmente tutte hanno giocato le tre partite del post-emergenza troviamo una classifica tutta nuova, dal primo all’ultimo posto. Non ce ne voglia la lotta per la salvezza, che è comunque molto entusiasmante e meriterà un capitolo a parte in questo episodio del Trono, ma è doveroso partire dal sorpasso del Real Madrid, la nuova capolista.

Sorpasso sì, non aggancio. Perché dal Clásico in poi non esiste più una condizione di parità: se si arriva a pari punti, vince il Real. Punto. Certo le modalità di questo sorpasso sono state clamorose, e le polemiche le lasceremmo volentieri alla stampa spagnola, ma c’è da dire che se tre titoli su quattro della home di Mundo Deportivo presentavano la parola “Polémica” qualche ragione c’è. Non è cambiata solo la classifica, ma anche il ruolo di favorita: da adesso in poi il Real è padrone del suo destino e ha tutto anche per pensare di arrivare a fine campionato con 12 vittorie consecutive, considerando che il calendario sembra leggermente aiutare la squadra di Zidane.

Certo, una striscia così lunga non sarebbe troppo in linea con quanto visto in tutta la stagione, ma il cambio di mentalità nel post sosta è stato pauroso: Zidane ha visto la sua squadra vincere con una mentalità da gigante tra Eibar, Valencia e Real Sociedad, spazzate via grazie alla determinazione di chi è sceso in campo. Benzema domina, ma Sergio Ramos entra nella storia: nessun difensore ha segnato quanto lui in Liga, ma oltre al dato statistico, comunque rilevante, c’è da chiedersi se sia mai esistito un difensore così determinante. così forte in entrambe le aree di rigore e che segna sempre nelle partite chiave della stagione. Un monumento.

L’avversaria però è il Barcellona, attenzione. Lo 0-0 di Siviglia pesa sulla classifica ovviamente, ma la prestazione non è certo da buttare, anzi: lasciate stare i classici commenti superficiali, o le perplessità su Setién di chi spara sentenze tramite tastiera senza essersi nemmeno recuperato una sintesi di 3 minuti. A oggi il Barcellona è più indietro del Real Madrid sotto il processo di rinnovazione che entrambe hanno intrapreso in questa stagione, ma resta comunque la squadra da battere del campionato. La partita del Pizjuán è stata difficile, ma sono serviti sforzi extra da parte del Siviglia per evitare una sconfitta altrimenti certa, vedi quali architetture complicate si sono dovuti inventare per contrastare la sentenza di Messi su punizione. Contromossa possibile solo se si ha un difensore come Koundé che ha le molle sotto ai piedi.

Ma è una lotta bella, bellissima  per il titolo. Rispetto alla prima parte di stagione al rialzo di punti e non il contrario: vincerà chi sbaglierà di meno, non chi vincerà di più, ed è un enorme cambio di prospettiva. Andiamo alla zona coppe, anche qui divertente come non mai: all’Atlético diamo un bel buongiorno perché è per la prima volta ‘meritatamente’ terzo. La squadra di Anfield comincia a essere la stessa anche in campionato (anche perché Llorente continua a giocare in attacco), e si è ripresa quella posizione che rappresenta il minimo sindacale se si guardano le rose della Liga. Di fatto basterà blindare un piazzamento nel G4 per potersi proiettare verso il grande sogno di fine stagione.

La squadra più in palla è però il Villarreal, l’unica assieme al Real Madrid ad aver fatto 9 su 9 da quando si è ripreso: tre 1-0 in fila per entrare in piena zona coppe, per una squadra che sta sfruttando a pieno il suo potenziale. Insomma, non come un Athletic che a ogni vittoria deve guardarsi indietro nel calendario per mettere in fila tutti i rimpianti di stagione, o un disastroso Betis che invece di lottare con queste squadre è sprofondato nella mediocrità della seconda metà di classifica; cacciare Rubi non servirà per limitare i danni di una stagione scadente.

Giù invece batte un colpo il Celta Vigo, altra squadra che avrebbe la rosa per fare un campionato dignitoso e che invece si ritrova a pregare per la salvezza. I 6 gol all’Alavés sono veramente notevoli e aver trovato Rafinha in forma è una gran notizia, ma il discorso non è ancora chiuso, visto che 4 punti di vantaggio sul Mallorca sono ancora pochi. Certo, le ultime tre fanno una fatica immane a trovare continuità, ora che anche la bella ripresa dell’Espanyol ha incontrato sulla sua strada una sconfitta pesante, e per questo le squadre attualmente salve possono essere un pelo più tranquille.

Ora ci aspetta un’altra settimana senza respiro, tra l’altro con le temperature che potrebbero creare per la prima volta qualche problema: nulla è ancora deciso in nessuna zona, il bello della Liga di quest’anno è questo, poterla raccontare sorpasso dopo sorpasso. In una splendida corsa verso il Trono di Spagna. 

Simone Gamberini

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