Due gol nelle due partite prima della sosta e un gol appena ritornato a calcare il campo da calcio: Matheus Cunha sta vivendo un periodo di forma straordinario e il lungo stop non sembra assolutamente averlo fermato. Eppure non è tutto oro quello che luccica, perché la prestazione della talentuosa prima punta brasiliana è stata macchiata anche da diversi errori tecnici, di cui va ricordato un clamoroso gol sbagliato davanti al portiere. Il suo acquisto, però, rimane un investimento a lungo termine dell’Hertha Berlino, un investimento che potrebbe presto rivelarsi uno degli acquisti più azzeccati della storia del club. Oppure, se il Lipsia ci avesse visto giusto con la sua cessione, Cunha potrebbe diventare lo specchio di sé stesso, ovvero un talento tanto straordinario quanto poco funzionale.
Dai gol in Svizzera alla panchina con il Lipsia
Eppure alla sua prima stagione in Europa se ne parlava in tutt’altri termini: arrivato al Sion da perfetto sconosciuto, l’attaccante brasiliano appena 18enne si era subito affermato come uno dei migliori giocatori del campionato svizzero e a fine stagione si contavano 10 gol e 8 assist. Numeri che convinsero il Lipsia a investirci 15 milioni di euro, tanti, tantissimi per un ragazzo che fino all’anno prima giocava nelle giovanili del Coritiba e non aveva assolutamente alcuna esperienza in squadre di alto livello.
Eppure la squadra tedesca ci credeva molto e lo pose quasi subito al centro del suo progetto, anche se poi dovette ricredersi: Cunha era un giocatore con grandi colpi, ma ancora tremendamente incostante e acerbo. Di fatto non aveva una collocazione in campo, perché da punta faceva fatica a segnare, mentre quando veniva messo sulla fascia mostrava evidenti limiti di velocità. Per questo finì rapidamente ai margini della squadra allenata da Ragnick, che pur reputandolo un giocatore dalla potenzialità enormi dovette dare spazio ad altri attaccanti più costanti. L’arrivo di Nagelsmann in estate sembrava avesse migliorato la sua situazione, ma in tutto il girone di andata Cunha ha giocato meno di 300 minuti e il suo addio ormai sembrava solo questione di giorni. Sarebbe bastato un’offerta di poco superiore ai 15 milioni spesi un anno e mezzo prima e probabilmente non ci sarebbe stato alcun rimpianto in casa Red Bull per aver fatto partire quell’apparente fenomeno, però il problema era trovare una squadra disposta a scommettere così tanti soldi su un giocatore che effettivamente non aveva dimostrato nulla: per fortuna del Lipsia il 20 gennaio Cunha era andato a giocare con la selezione Under-23 le qualificazioni alle Olimpiadi e nelle partite contro Bolivia e Uruguay, oltre a segnare due gol, sembrò essere tornato quell’attaccante talentuoso che aveva incantato l’Europa, tanto da convincere l’Hertha Berlino a spendere 18 milioni di euro per rinforzare ulteriormente il suo reparto offensivo, che nella stessa finestra di mercato aveva visto l’arrivo di Krzysztof Piatek, anche lui in cerca di riscatto.
L’apparente continuità trovata
Purtroppo l’attaccante brasiliano non poté unirsi subito ai compagni perché dovette giocare ancora tre partite (e segnare tre gol) con la sua nazionale, ma già nella prima partita giocata con la nuova maglia si intravide un Cunha diverso, più spensierato e dinamico, autore tra l’altro dell’assist che causò l’autogol decisivo per il 2-1 finale in favore dei berlinesi. La partita dopo fu un disastro totale per l’Hertha, che perse per 5-0 contro il Colonia, ma nelle tre partite successive l’ex-Lipsia ha segnato 3 gol e si è rivelato decisivo con le sue giocate, anche se ha ancora un grosso limite: la continuità. Apparentemente paradossale per un giocatore che sembra averla appena trovata, ma se si analizza la sua partita si capisce che Cunha è un giocatore che si prende ancora troppe pause durante l’arco del match e purtroppo in una squadra come l’Hertha, incapace di produrre una grande mole di occasioni, questi limiti vengono ancora di più evidenziati.
Eppure il talentuoso attaccante brasiliano sembra aver intrapreso la strada giusta e, se continuerà a giocare su questi livelli, già dalla prossima sessione di mercato potrebbe essere uno dei pezzi più pregiati della Bundesliga.
Federico Zamboni