Un salto indietro di 11 anni: il Siviglia capolista in Liga e non alla prima giornata. Oggi come nel 2007, sogni e miracoli che prendono la stessa direzione, in un campionato che questa volta non sembra volere padroni.
Perché se nelle ultime due edizioni la Liga ha fatto capire entro la fine del girone d’andata chi sarebbe stato a vincerla (nel 2017 il Real, nel 2018 il Barcellona), dopo otto giornate di questo campionato tutto è ancora apertissimo. Perché Barcellona e Real continuano a mancare il successo: tre giornate consecutive senza i successi né di una né dell’altra, qualcosa di impensabile per un campionato che quasi sempre è un discorso a due. E se l’Atlético, che i punti in questo periodo li ha fatti, era partito a handicap ecco che in alta classifica regnano confusione e incertezza.
Il Siviglia è la squadra che riesce ad approfittare di tutto ciò: non senza problemi, sia chiaro, perché anche l’incredibile avvio di Liga della squadra di Machín, uno che di miracoli se ne intende, non è privo di pesanti colpi a vuoto.
Ma sono stati proprio i passi falsi a costruire quello che adesso è il Siviglia capolista. 1 punto in 3 partite, tra la seconda e la quarta giornata: lì Machín ha capito come intervenire e cosa cambiare nella sua squadra. La sconfitta nel derby con il Betis è stata una batosta morale non da poco, così come il 2-0 in casa rimediato dal Getafe. Lì qualcosa è cambiato: nell’animo ma soprattutto nel campo.
Perché è da quel KO del Pizján che è cambiata la disposizione degli uomini: Machín è tornato al suo 3-5-2, sistema di gioco atipico per la Liga ma grande marchio di fabbrica dell’ex Numancia. Ben Yedder e André Silva, i due uomini migliori, a formare la coppia d’attacco supportata da un centrocampo fatto di soli trequartisti. Qualità e splendido palleggio per una squadra che ama giocare a pallone: il terzetto di centrocampisti è formato da Banega più Vázquez e Sarabia, tutti con un passato a ridosso delle punte.
E così il Siviglia ha cominciato a segnare e divertirsi: 6 gol al Levante, 3 al Real Madrid, 3 all’Eibar, 2 al Celta Vigo. Quattro vittorie consecutive per andare al primo posto e raggiungere quota 18 gol in 8 partite, numeri che mancavano nel Barrio di Nervión dal 1955.
Dopo la sosta ci sarà il Barcellona, la prova più importante per capire se il Siviglia è in grado, così come 11 anni fa, di rimanere in lotta per il titolo fino in fondo. Allora si arrese solo alla penultima giornata, stavolta, con le tre big che non riescono a dominare, ha l’occasione per riscrivere la sua storia.