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Il significato del ritorno di Ansu Fati al Barcellona

Poteva essere solamente Ansu Fati l’uomo in grado di far cambiare le prospettive e l’umore del Barcellona: è bastato vederlo rientrare in campo e segnare dopo pochi minuti, per quanto inutile il gol visto il risultato tutt’altro che in bilico, per poter dare una nuova immagine del Barça.

Dalla squadra ammaccata, in difficoltà di gioco e di risultati, a una con prospettive e sogni, aiutata anche dai risultati poco incoraggianti di Real e Atlético che rendono meno impensabile il sogno di giocarsi il titolo a fine anno. Ansu Fati spalanca alternative alla realtà Barcellona: cambi tattici, aumento della qualità tecnica, varietà e imprevedibilità.

In un reparto usurato come quello offensivo, costretto a giocare a due punte vista la presenza dei soli De Jong e Depay al di fuori della lista infortunati, o con la mossa estrema di caricare di responsabilità il giovane Demir per poter imbastire un tridente più o meno credibile, l’ingresso di Ansu dà la possibilità a Koeman (o a chi ci sarà in caso di esonero) di presentarsi con due giocatori di grande livello sugli esterni e di aggiungere quelle proprietà tecniche e di velocità che mancavano nei giocatori a disposizione, tamponando anche la questione numerica ancora in bilico viste le assenze di Dembélé e Agüero.

Anche l’immagine del Barcellona cambia, vista la presenza di una star in una squadra che al momento vanta un roster di giocatori di livello internazionale striminzito, rappresentato di fatto da Ter Stegen, Pedri e De Jong, in aggiunta a Depay che per quanto non sia un giocatore di primissima fascia è stato il riferimento di questo avvio di campionato. Complicato illudersi perché il Barcellona rimane una squadra pur sempre in difficoltà, ma con un Ansu Fati in più è legittimo alzare l’asticella delle aspettative a partire dalla sfida di Champions contro il Benfica.

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