Se ne parlò per la prima volta domenica 15 settembre 2019, al termine della gara tra Malmö FF e Norrköping, vinta all’allora Swedbank Stadion grazie a un gol di Søren Rieks. I giornali intercettarono il fisioterapista dei padroni di casa, Alexander Nilsson, correre nello spogliatoio. Incuriositi, lo seguirono fino a vederlo piazzare delicatamente del tabacco da fiuto sotto la lingua del portiere, Johan Dahlin. A quel punto, era appena stato svelato un segreto: «Lo faccio solo se vinciamo, abbiamo iniziato l’anno scorso. Tutti – in misura maggiore o minore – siamo superstiziosi nel calcio, ma non voglio che i bambini sappiano dello snusritual perché non voglio esortarli a farlo», spiegò Dahlin. Snusritual, ovvero il rituale dello snus, che in svedese è il tabacco umido in polvere. In Scania è molto popolare, ma l’intera Scandinavia ne fa uso: sebbene l’Unione Europea ne abbia proibito la vendita nel 1992, il governo svedese non ha mai limitato la commercializzazione, che oggi si stima raggiunga 300 milioni di confezioni annue.
Lo spogliatoio del Malmö era già noto per una certa bizzarria, come quando Markus Rosenberg esultò per un gol mimando di limare le pronunciate orecchie del compagno Behrang Safari, o quando lo stesso Safari – immediatamente dopo il ritiro di Rosenberg – incise una canzone assieme a Dahlin. Il titolo era Supermackan. Il ritmo, quello preso in prestito da Hallelujah di Leonard Cohen. Il mood, la forte nostalgia per il ritiro della leggenda del Malmö, tornato a casa nel 2014 e autore di 222 presenze, 97 reti e 48 assist (di cui rispettivamente 156, 67 e 40 solo in Allsvenskan). La sera del 28 novembre 2019, allo Swedbank Stadion, nel 4-3 con cui il Malmö batté la Dinamo Kiev – ipotecando la qualificazione ai sedicesimi di finale d’Europa League – fu decisivo proprio Rosenberg al 96’. Quella sera, con tanto di coreografia emozionale (Jag har varit med om dig. Jag kan aldrig förlora dig, letteralmente ”sono stato con te, non posso mai dimenticarti”), si gettarono altresì gli interrogativi sul futuro del club. Di lì a poco avrebbe salutato il tecnico, Uwe Rösler, e l’eredità di Rosenberg (oggi in dote all’ex Chievo, Anders Christiansen) restava da destinarsi.
Il sopracitato Behrang Safari fu sfortunato protagonista della finale di Svenska Cupen del 30 luglio scorso al Gamla Ullevi: il Malmö passò in vantaggio al 40′ con Toivonen, fu rimontato da Patrik Karlsson-Lagemyr (86’). Infine, al 94′ uno scivolone di Behrang Safari spianò la strada alla vittoria dell’IFK Göteborg firmata da Alexander Farnerud, fratello dell’ex Torino, Pontus. L’ottava Coppa di Svezia vinta dai Blåvitt, in una gara nota come Mesta mästarmötet, “lo scontro dei più grandi campioni”, rese Safari preso di mira per quell’errore. Behrang affidò i suoi pensieri a Instagram: «Nessuno vuole svegliarsi da questo incubo più di me, sembra che io abbia tradito un’intera città ma quel che è successo è successo. Mi assumo la piena responsabilità. A chi ha impiegato del tempo per mandarmi un messaggio positivo, grazie perché mi date la forza di guardare avanti. A voi che mostrate il vostro disappunto, vi capisco. Siete arrabbiati, ma tenete presente che i più giovani leggono i vostri commenti. E poi arriverà presto il mio ritiro, state tranquilli».
In questo clima, con la nomina del nuovo allenatore John Dahl Tomasson, nelle prime sei gare di Allsvenskan i biancazzurri di Scania hanno ottenuto soli 9 punti, accumulando 7 punti di svantaggio nei confronti dell’IFK Norrköping primo ma soprattutto pareggiando in casa col Varberg e subendo una sconfitta a Elfsborg. A quel punto, pareggiata la gara col Peking il 13 luglio, il Malmö non s’è più fermato: 24 punti in 8 gare, 22 reti fatte e 6 subite. Jo Inge Berget ha segnato in cinque gare di fila tra 23 luglio e 9 agosto. Isaac Kiese Thelin, in prestito dall’Anderlecht, ha segnato altre 5 volte raggiungendo quota 8 reti. Ola Toivonen, altro arrivo eccellente, ha dispensato 3 assist mentre Guillermo Molins, che aveva rilevato il numero 9 da Rosenberg, ha rescisso il contratto per (pare) tornare in Grecia al Panathinaikos.
Il merito dei risultati va indubbiamente a un mercato condotto saggiamente: il rientro del 21enne difensore centrale Anel Ahmedhodzic dall’Hobro IK, oggi titolare fisso, la cui riserva è il pari età e pari ruolo Hugo Andersson. Tomasson pare intenzionato a puntare sui giovani: il classe 2001 Amel Mujanic, il ‘97 Adi Nalić tornato dal prestito all’Eskilstuna e soprattutto Amin Sarr, 19 anni compiuti a marzo e un gol il 2 agosto scorso nello 0-2 sul Göteborg. A inizio stagione partì titolare Tim Prica, che nel frattempo è volato all’AaB, in Danimarca, mentre alcuni tifosi criticavano la sua cessione e altri rispondevano sostenendo che le sue richieste economiche fossero eccessive. Nel frattempo, a completare la difesa è arrivato Felix Beijmo dal Werder Brema. Ma se Malmö sogna, è forse pure merito del tabacco da fiuto e dello snusritual di Johan Dahlin.
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