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Il Monaco implode a Metz, neanche Ben Yedder salva Jardim

C’era una volta il Monaco di Jardim. Sembra il titolo di un libro ricolmo di nostalgia riguardo i fasti gloriosi di parecchi anni or sono invece altro non è che un tuffo nel passato recente del club che solo due anni fa conquistava l’ennesima qualificazione in Champions League dopo aver vinto, l’anno prima, la Ligue 1. Oggi la realtà parla una lingua differente: dopo l’esordio con sconfitta al Louis II è arrivato anche il tracollo esterno, 3-0 in casa di un modesto Metz che è riuscito a mettere in difficoltà gli uomini di Jardim fin dalle prime battute. Proprio il tecnico è salito sul banco degli imputati: ha deciso di schierare Ben Yedder dopo che aveva raggiunto il gruppo da un paio di giorni al massimo e ovviamente la chimica di squadra ne ha risentito. Nei prossimi giorni si capirà se quella monegasca sarà la prima panchina di Francia a saltare.

Ennesimo cartellino rosso, disfatta su tutti i fronti

Alla mezz’ora, sul punteggio di 1-0 a favore del Metz, Aguilar entra con un intervento da assassino sulla caviglia del povero Nguette. Per il direttore di gara Wattelier non ci sono dubbi, cartellino rosso. Monaco sotto di un gol e con un uomo in meno, incapace di reagire ed anzi facilmente sopraffatto dagli avversari: ad inizio ripresa il tracollo è palese, Diallo fa doppietta e Cohade chiude la contesa. Il Principato in questi giorni è una polveriera.

 

Ben Yedder è l’unico a poter ribaltare la situazione

Gettato nella mischia dal primo minuto, a freddo, conoscendo i compagni a malapena: se non è una disfatta annunciata questa probabilmente non lo è nessun’altra. Ben Yedder si sbatte, si dispera, prova ad inventare e spesso predica nel deserto: a fine gara anche la sua partita sarà insufficiente, difficile trovare qualcuno che si salvi dopo la disfatta di ieri. In attesa del ritorno di Falcao nel Principato devono pregare che la nuova stella della squadra riesca a fare la differenza sin da subito altrimenti la situazione diventerà gravissima. L’attaccante francese ha dimostrato già a Siviglia di sapersi assumere le proprie responsabilità ma ora la posta in gioco è più alta.

Gianmarco Galli Angeli

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