Un grande Milan trionfa al Bernabeu, ricordando la storica vittoria del 2009 con protagonista Pato. Questa volta è Rafael Leao a brillare, decisivo nelle azioni che portano al 2-1 e al 3-1 finale. La prestazione del portoghese sa di riscatto: dopo un periodo difficile, torna al suo livello, dimostrando ancora una volta di poter fare la differenza sui grandi palcoscenici.
Non è solo Leao a fare la differenza, però. Tutta la squadra ha mostrato una qualità e una determinazione che hanno permesso all’allenatore Paulo Fonseca di ottenere una vittoria fondamentale sia per la classifica della Champions League che per il morale. L’osservazione del patron Gerry Cardinale sembra aver dato ai rossoneri uno slancio in più.
La partita ha segnato un momento importante per il Milan e per Fonseca. Il tecnico portoghese, ex allenatore del Lille, sembra aver finalmente visto emergere la squadra che aveva immaginato: solida, organizzata e capace di dominare su un campo ostico come quello del Real Madrid.
Il centrocampista Tijjani Reijnders ha guidato il gioco con maestria, incarnando il concetto di “centrocampista totale”: costruisce, difende e segna, un leader silenzioso ma fondamentale per la squadra. Dall’altra parte, il tecnico dei blancos, Carlo Ancelotti, comincia a sentire la pressione della crisi: le sue stelle Kylian Mbappé e Vinicius Junior faticano in fase difensiva, e l’assetto della squadra si rivela instabile, con Luka Modric che non riesce più a coprire il campo come in passato.
Ancelotti si affida a un 4-4-2, con Valverde e Bellingham larghi a centrocampo e la coppia d’attacco formata da Vinicius e Mbappé. Fonseca, dal canto suo, rilancia Leao tra i titolari dopo che nelle ultime tre partite di Serie A era rimasto in panchina. Inoltre, inserisce Yunus Musah nel ruolo di mezzala, consentendo alla squadra di passare da un 4-2-3-1 in fase di possesso a un 5-2-3 in fase difensiva, soprattutto quando il Real Madrid si affaccia in avanti.
Dopo un minuto di raccoglimento in ricordo delle vittime di Valencia, il gioco ha inizio e diventa subito acceso. Il Real parte all’attacco, ma il Milan risponde prontamente, non rinunciando a contrattaccare. Il portiere Mike Maignan è subito chiamato in causa, respingendo una punizione di Modric. Ma il primo gol è del Milan: un calcio d’angolo guadagnato da Leao e battuto alla perfezione da Pulisic trova Malick Thiaw, che anticipa Tchouameni e porta in vantaggio i rossoneri. Lo stadio si gela, e poco dopo Lunin è costretto a intervenire per impedire il raddoppio del Milan su una conclusione ravvicinata di Pulisic.
Il Real non tarda a reagire, e la sua risposta è energica. Dopo una rasoiata di Mbappé respinta da Maignan, un intervento maldestro di Emerson Royal su Vinicius regala un rigore ai blancos. Lo stesso Vinicius trasforma dagli undici metri, riportando il punteggio in parità dopo soli ventitré minuti. Per il Milan è una delusione, poiché riesce a mantenere il vantaggio solo per pochi minuti. Tuttavia, i rossoneri continuano a mettere pressione ai padroni di casa, soprattutto sui calci piazzati, dove la difesa madrilena soffre e Lunin deve intervenire per respingere una potente conclusione di Reijnders.
Nonostante il Real Madrid abbia potuto riposare nel weekend, la squadra appare disorganizzata nel pressing, con un ritmo che non mette sotto pressione il Milan. I rossoneri, infatti, riescono a sfruttare i varchi sulla sinistra, dove Leao si dimostra in grande forma, creando scompiglio nella difesa avversaria. Il portoghese, con un movimento da centravanti, costringe Lunin a una grande parata. Sulla ribattuta, Alvaro Morata, in astinenza da gol da più di un mese, è pronto a colpire e segna il 2-1 per il Milan.
All’inizio della ripresa, Ancelotti cerca di cambiare l’inerzia del match inserendo Camavinga e l’ex milanista Brahim Diaz al posto di Tchouameni e Valverde. Quest’ultimo ha faticato a contenere le avanzate di Theo Hernandez e Leao. Tuttavia, il modulo dei blancos rimane invariato, e il Milan riesce ancora a trovare spazi. Su un cross di Emerson Royal, Leao sfiora il 3-1 con un colpo di testa, ma ancora una volta è Lunin a negargli la gioia del gol.
Il Real Madrid non riesce a pressare con intensità, permettendo al Milan di gestire il possesso palla con calma. Quando i rossoneri perdono il pallone, però, Mbappé riesce a crearsi un’opportunità ma spreca, calciando fuori da una posizione favorevole. Nel frattempo, Leao continua a creare pericoli: con un’accelerazione bruciante supera Vazquez e serve un assist perfetto per Reijnders, che non sbaglia e porta il Milan sul 3-1. A questo punto, Ancelotti tenta il tutto per tutto, facendo entrare Rodrygo e Garcia. I blancos trovano il gol con Rudiger, ma il VAR lo annulla per fuorigioco di Rodrygo. Poco dopo, Maignan si oppone a un tiro insidioso di Brahim Diaz, sigillando il risultato.
Il fischio finale sancisce la vittoria del Milan al Bernabeu, una vittoria meritatissima che conferma la crescita della squadra sotto la guida di Fonseca. La prestazione di Leao è stata decisiva, ma tutto il collettivo ha mostrato solidità, qualità e determinazione. Questa vittoria non è solo importante per la classifica della Champions League, ma è anche un enorme boost di fiducia per un gruppo che ha dimostrato di poter competere ai massimi livelli.
Per Ancelotti, invece, la sconfitta potrebbe essere un segnale di crisi imminente. Le stelle del Real, Mbappé e Vinicius, non sembrano disposte a sacrificarsi in fase difensiva, e Modric, ormai privo dell’energia di un tempo, non riesce più a coprire il campo come in passato. Se il Milan ha trovato la sua identità, il Real Madrid sembra in cerca di un equilibrio che tarda ad arrivare.
In conclusione, la vittoria del Milan a Madrid rappresenta un momento di svolta. Non solo consolida la posizione in Champions, ma dà fiducia a una squadra che può sognare in grande.
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