Il Milan vince con il minimo risultato e continua a non entusiasmare. I tre punti maturati a Monza pesano in ottica Champions ma la sensazione che i problemi siano ancora abbastanza evidenti e piuttosto complicati da risolvere.In primis la gestione di Leao.
L’attacco continua a essere carente. La difesa a subire parecchio. Solo un grande Maignan e una decisione molto discussa di Feliciani che annulla la rete del Monza ha permesso a Fonseca di vincere una partita comunque troppo sofferta. A proposito di gol, è arrivato quello di Reijnders ma continua a latitare Morata. Lo spagnolo incide ancora poco: appena due gol in campionato, media di 0,50 a partita. Così non si va lontano. E torna, quasi di prepotenza, a emergere la questione legata all’impiego di Leao. Anche contro il Monza il calciatore è partito dalla panchina. Scelta evidentemente tecnica, quanto legata a un rapporto che fatica evidentemente a sbocciare. Legittimo chiedersi se di fronte alle innegabili difficoltà nell’area di rigore avversaria, si possa rinunciare a cuor leggero all’apporto del portoghese.
Fonseca continua ad affermare che il caso Leao non esista. I numeri però dicono che il portoghese continua a collezionare panchine. È la terza consecutiva. Scelta forte quanto pericolosa: il Milan non può permettersi, né da un punto di vista tecnico, né da un punto di vista economico, di disperdere un capitale come Leao. Sarà anche indisciplinato e umorale, ma resta comunque il calciatore di maggiore spessore tecnico della squadra. Evidentemente anche la società è d’accordo con la gestione di Fonseca, ma continuando di questo passo non è utopico pensare che Leao possa decidere di guardarsi intorno. Le pretendenti non mancano e non è escluso che, qualora puntasse i piedi, possa lasciare il Milan già nel prossimo gennaio. Uno scenario che rasenta l’autolesionismo.
La sensazione è che la resa dei conti si avvicini. Molto, se non tutto, dipenderà dalla gestione di Fonseca in Europa. Se a Leao sarà negata anche la vetrina di Champions contro il Real Madrid, la corda, già peraltro molto tesa, rischia di rompersi con largo anticipo rispetto alle più pessimistiche previsioni. È tutto nelle mani e nella testa di Fonseca: se il tecnico accetta il connazionale per quello che è, ovvero un calciatore straordinario quanto intermittente anche nell’arco della stessa partita, il nodo potrebbe sciogliersi. Del resto non ha molto senso continuare a ostinarsi nel chiedere a Leao spirito di sacrificio e totale dedizione agli equilibri tattici. Non è mai stata una sua attitudine. Legittimo dunque chiedersi se non sia il caso, anche alla luce delle difficoltà del Milan in attacco, di accettare quello che (ed è comunque molto) riesce a dare.
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