È una Liga aperta a tutti: il tardivo esordio delle big ha permesso a tutte le squadre non di primissima fascia di poter sognare qualche giornata in testa alla classifica in attesa che il calendario riporti tutto alla normalità. E le uniche due squadre a 6 punti sono l’EuroGranada e il Betis di Pellegrini, squadra costruita con zero spese sul mercato attraverso tutti acquisti svincolati. Uno di questi è stato Claudio Bravo, fenomenale in queste due partite, capace di riprendersi la sua reputazione nonostante l’età e diversi anni di panchine.
Cileno lui come Pellegrini, in questo momento il vero valore aggiunto rispetto alla squadra che un anno fa clamorosamente si ritrovava a controllare con paura il distacco dalla zona retrocessione invece di provare ad attaccare le posizioni che portano in Europa. Per rimettere sui giusti binari una rosa comunque sulla carta competitiva servivano delle figure guida e la coppia cilena sembra essere la giusta misura da prendere: se in campo la squadra risponde molto bene alle idee di calcio dell’ex Manchester City e Villarreal, la sicurezza del reparto difensivo, che tra le squadre che hanno giocato due partite è l’unico a non aver ancora subito gol, viene proprio dalla leadership di Claudio Bravo.
D’altronde la porta era uno dei ruoli fondamentali in cui portare giocatori di esperienza: la stagione scorsa di Joel Robles era stata un autentico flop che faceva rimpiangere le stagioni precedenti in cui l’oggi romanista Pau López, che in realtà non vive grandi giorni in giallorosso, dava una certa garanzia tra i pali. E così l’arrivo del cileno dal Manchester CIty ha rappresentato un importante passo avanti, sia sul piano del dialogo con una difesa decisamente più attenta pur avendo acquistato solamente l’ex Napoli Víctor Ruiz, sia sul fronte delle parate che sono ovviamente la cosa fondamentale per un portiere.
Una prova eccellente contro l’Alavés, poi la conferma col Valladolid: Claudio Bravo ha cominciato alla grande la sua avventura blanquiverde smentendo chi aveva delle riserve sul suo arrivo. D’altronde nelle ultime quattro stagioni aveva giocato poco da titolare, pur trovando la maniera di fare una ventina di presenze da vice, e con 37 anni sulle spalle era comprensibile avere dei dubbi su di lui. Invece in questo momento è una delle grandi garanzie di un Betis capace di approfittare degli esordi tardivi delle big, e che si contende il primo posto con il Granada, a pochi giorni dalla sfida al Real Madrid che rappresenta la prima vera grande prova della stagione del rilancio.
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