E questa volta è davvero finita per l‘Anzhi. La squadra di Makhachkala è retrocessa per il secondo anno consecutivo ma non ci saranno ulteriori ripescaggi. Il fallimento dell’Amkar ha rimandato solo di un anno il passaggio in National League che puntualmente avverrà nella prossima stagione. Un campionato difficile fin dall’inizio con una squadra non all’altezza della Prem’er Liga e lontana dall’essere vicina all’unidici che tanto fece bene in Europa League nemmeno dieci anni fa.
La difficoltà di trovarsi in una città poco affascinante per i grandi giocatori e la scarsa storia del club hanno fatto sì che, nonostante i grandi investimenti econonomici di Sulejman Kerimov, la squadra non era riuscita a decollare. Certo un fenomeno come Samuel Eto’o era arrivato e venne acquistato dopo una stagione fantastica con l’Inter culminata con trentanove reti. Ma il camerunense dettò delle regole per arrivare a giocare nella squadra del Daghestan e non bastarono i venti milioni annui per farlo vivere a Makhachkala. Chiese e ottenne una mega villa con preparatore personalizzato a Mosca, ma la Capitale russa dista quasi duemila chilometri. Era impossibile dunque allenarsi con i compagni e creare un feeling che potesse essere duraturo. Gli acquisti di gente come Lassana Diarra, Balázs Dzsudzsák, Diego Tardelli e Jurij Zhirkov alzò ancora di più il livello dell’undici e i risultati non mancarono. Gli arrivi di Hiddink in panchina e di Willian a centrocampo fecero sì che nel 2013 si iniziò a credere che l’Anzhi poteva veramente diventare un importante centro in Russia e in Europa.
Ma fu proprio quando tutto sembrava dover decollare che i Dagi caddero. Il ricco presidente aveva mangiato la foglia sulla scarsa attrattiva della sua società e quindi nell’estate 2013 iniziò una campagna di cessione dei giocatori più costosi ridimensionando moltissimo la squadra che a fine anno retrocedette.
Finì il mito dell’Anzhi che riuscì a tornare in Prem’er Liga dopo un solo anno, ma dopo quattro anni, due salvezze faticose, un ripescaggio e una retrocessione senza passare dagli spareggi, la squadra è tornata nell’oblio e i problemi societari fanno pensare a un futuro tutt’altro che radioso. Dispiace perché per un breve periodo ha rappresentato il sogno di ogni tifoso di provincia. Una squadra piccola, senza grandi successi alle spalle che veniva comprata da un magnate e portava grandi campioni in squadra. Durò poco, forse troppo poco, ma quando fra anni ripenseremo all’Anzhi non potrà che scapparci un sorriso.
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