Un trasferimento destinato a far discutere e che già ha scatenato diverse polemiche; Rafa Benitez, dopo sei anni sulla panchina dei Reds (tra il 2004 e il 2010) è tornato sull’altra sponda del Merseyside per allenare l’Everton. Una scelta forte da parte di un tecnico che, in passato, ha sempre manifestato il suo amore per i colori rossi di Liverpool. Se da una parte il ritorno dell’allenatore spagnolo ha suscitato reazioni forti, in alcuni casi eccessive, dall’altra dimostra coraggio e professionalità di un uomo che vuole tornare ad essere protagonista indipendentemente da tutto. Benitez all’Everton come successore di Ancelotti, già sostituito a Madrid; due tecnici legati dallo stesso filo.
Sulla panchina del Liverpool si è tolto numerose soddisfazioni tra cui la Champions League vinta nel 2005 contro il Milan in una partita indimenticabile vista la rimonta dal tre a zero a tre a tre prima del successo ai rigori. Un match che ha fatto entrare, per forza di cose, Rafa Benitez nella storia del club inglese. A distanza di sedici anni dalla magica notte di Istanbul ecco l’annuncio che nessun tifoso Reds avrebbe voluto leggere, una sorta di coltellata al cuore di una tifoseria tradita da chi li ha portati sul tetto d’Europa. Il tecnico spagnolo, però, aveva la necessità di rimettersi in discussione dopo due stagioni al Dalian Pro, club cinese; un biennio sicuramente soddisfacente dal punto di vista economico (visti i 13.5 milioni di euro l’anno) ma che non ha lasciato nulla sotto il profilo puramente tecnico. Una gabbia d’oro, parafrasando la canzone di Tiziano Ferro, da cui bisognava evadere.
L’Everton, un club che negli ultimi due anni sta cercando di costruire un qualcosa di importante, è il progetto giusto per Benitez, deciso a rilanciarsi. Dagli anni di Liverpool al triennale firmato con i Toffees; l’avventura più difficile per un uomo che ha mostrato molto coraggio.
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