Manchester, sponda City, trema. Pep Guardiola no. I giorni che separano i Citizens dal “giudizio del secolo” sono direttamente proporzionali alle conseguenze che potrebbero generare. Fra qualche mese il comitato indipendente deciderà se imporrà o meno una sanzione al Manchester City per irregolarità finanziarie. Una spada di Damocle che potrebbe anche portare alla retrocessione. E in vista di quanto potrebbe accadere, c’è già chi comincia a giocarsi le proprie carte.
Le stelle del Manchester City non resteranno a guardare. Il futuro del club è fortemente a rischio considerando le oltre 100 accuse mosse a suo carico. Il ventaglio di sanzioni è molto ampio: da una multa salatissima, alla penalizzazione, sino all’espulsione dalla Premier League e dalla Champions. Quanto basta e avanza per dare il via alle operazioni di fuga dalla nave prima che affondi. Le scialuppe, del resto, non mancano: né a Guardiola, né ai fuoriclasse della rosa che compone i Campioni di Inghilterra. In virtù di ciò che potrebbe accadere, i procuratori dei calciatori sono già al lavoro sia per tutelare gli interessi dei loro assistiti sia per calcolare le percentuali di guadagno. In una ipotetica condizione di retrocessione, quasi tutti i campioni che vestono la maglia del City, andrebbero via da free agent o a prezzo di saldo. È il caso di Rodri Hernández. Il suo contratto scadrà nel 2027, ma il Manchester City sa che il Real Madrid è sulle sue tracce e che il centrocampista spagnolo non ha lasciato cadere l’interesse ben sapendo che potrebbe trovarsi in acque agitate a partire dal prossimo anno . Esattamente come Erling Haaland.
Pep Guardiola è sempre stato molto chiaro: ha sempre sostenuto che lo spogliatoio rimane estraneo da quanto accade fuori dal campo. Non si parla del processo anche perché, oltre ad essere prematuro, rischia di destabilizzare la squadra dal raggiungimento di obiettivi che potrebbero non essere compromessi dalle decisioni del comitato, qualora non calcasse troppo la mano. Il tecnico del City, comunque, è in una situazione “win win” qualsiasi cosa riserverà il futuro. Il suo contratto, non ancora rinnovato, scade nel 2025 quindi uscirebbe comunque illeso da qualsiasi evolversi della vicenda. Il City avrebbe intenzione di prolungare il rapporto, ma per ora non sono arrivati messaggi. Allo status quo, dunque, quel che accadrà dopo il 2025 non è un problema di Guardiola, che evidentemente ostenta serenità anche per questo motivo.
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