Tutta Europa conosce ormai il nome di Karamoko Dembele, ma gli allenatori del settore giovanile del Celtic stanno facendo di tutto per frenare il clamore che si è creato attorno al nuovo enfant prodige del calcio britannico. Dal giorno del suo esordio con Under-20 del Celtic, poco più di un mese fa contro gli Heart of Midlothian, il tredicenne ha catturato l’immaginazione e inevitabilmente l’attenzione dei club più prestigiosi del vecchio continente.
La sua inaspettata convocazione con la selezione scozzese Under 16 per il Victory Shield di questo fine settimana contro l’Inghilterra ha nuovamente catalizzato l’interesse dei media. Dembele ha un gran talento, ma è anche esposto a enormi aspettative che, se non controllate, potrebbero rivelarsi troppo pesanti da sopportare per le sue giovani spalle.
Proprio per evitare questo i dirigenti del settore giovanile del Celtic si stanno prodigando per proteggere Karamoto Dembele e anche il tecnico della prima squadra, Brendan Rodgers, laconicamente rifiutata di parlare di lui quando gli viene chiesto durante le conferenze stampa.
Il Celtic è il vivaio giusto per crescere, consente ai giovani di allenarsi con serenità garantendo impianti e metodologie all’avanguardia, di recente ha svezzato talenti del calibro di Kieran Tierney, ormai titolare in prima squadra e Jack Aitchison, ovvero il più giovane calciatore a mettere a segno una rete nella storia degli Hoops, protagonista anche lui di un esordio precoce a soli 16 e 71 giorni lo scorso maggio contro il Motherwell.
I Bhoys sanno che è questa la strada giusta da perseguire, e non hanno alcuna intenzione di sbagliare nuovamente, è infatti ancora viva la scottatura subita con un altro baby fenomeno, ovvero Islam Feruz era uno dei ragazzi più talentuosi che, a detta dei tecnici del settore giovanile, abbiano vestito la maglia della squadra cattolica di Glasgow.
Arrivato come rifugiato dalla Somalia all’età di otto anni, molto gracile e con la forza appena sufficiente per calciare un pallone, Feruz era stato pazientemente aspettato e cresciuto per sei anni, dentro e fuori dal campo, per poi cedere alle lusinghe del Chelsea nel 2011, attratto dai soldi e glamour che gli offrivano a Londra. Il resto è storia, ed è anche comprensibile che tutte queste attrattive abbiano fatto girare la testa ad un giovane che proveniva da un contesto tanto disagiato, portandolo a fare una scelta sbagliata dopo l’altra.
Con il Chelsea infatti non è mai riuscito a esordire in prima squadra, ed è stato più volte mandato in prestito. Il fondo lo ha toccato nella scorsa stagione agli Hibernian quando è stato arrestato per guida in stato di ebrezza, senza assicurazione, e per resistenza a pubblico ufficiale, dando peraltro false generalità alla polizia. Un vero peccato, per questo talento purissimo che non è mai riuscito a sbocciare.
Memori di questa triste storia, al Celtic cercheranno di trasmettere i giusti valori, oltre ai mezzi tecnici, per poter diventare il campione che promette di essere.