L’Europeo dell’Inghilterra di Southgate è iniziato con il piede giusto: 1-0 contro una Croazia in difficoltà, 3 punti in cassaforte ed esordio a Wembley da incorniciare. Tuttavia non è stata una vittoria completamente British, considerato che l’autore del gol, Sterling, e il man of the match – come direbbero gli anglofoni – Kalvin Phillips, sono entrambi di origine giamaicane.
Figli delle immigrazioni che hanno svuotato la Giamaica nel ‘900, alla ricerca di fortuna nell’isola britannica, Sterling e Phillips contribuiscono a completare il quadro anglo – giamaicano già visto nel mondo del calcio inglese. La Giamaica del Reggae e del suo Bob Marley, uno che a quanto pare con il football ci sapeva fare, è stata patria per anni di atleti di livello eccelso. Impossibile non menzionare Usain Bolt, velocista che ha scritto la storia, o Melaine Walker per l’atletica femminile: quando si tratta di resistenza nei lunghi percorsi i giamaicani sono difficili da battere.
Tra Inghilterra e Giamaica
Non stupisce infatti che anche nel calcio, facendo un’attenta analisi tra le di tutta Europa, si possono trovare ottimi giocatori di origine giamaicana naturalizzati inglesi. Su tutti Mason Holgate, Demarai Gray, Ivan Toney assoluto protagonista con il suo Brentford, Bailey del Leverkusen e nientemeno che Michail Antonio. Potremo andare avanti per tanto tempo con l’elenco, lo stesso tempo che ci sta impiegando Michael Ricketts, presidente della Jamaican Football Federation, per convincere certi giocatori del campionato inglese a scegliere la Nazionale giamaicana.
“Non è semplice per una serie di motivi” – rivela Michael Johnson al Guardian, ex allenatore della Nazionale Under 21 inglese, giamaicano. “Dobbiamo essere onesti con noi stessi. Il calcio caraibico non è sviluppato come quello europeo, a partire dalle strutture fino ai finanziamenti che riceve”. Delle parole che fanno emergere le enormi differenze tra i due modelli di calcio, difficoltà che tuttavia non hanno impedito alla Giamaica di entrare nella storia delle competizioni tra Nazionali.
La Giamaica di Francia ’98
Nonostante le enormi difficoltà, per le qualificazioni al mondiale di Francia ‘98, la Federazione decise di reclutare dall’Inghiltera i giocatori di origine giamaicana. E così i vari anglo-giamaicani della Premier League riuscirono per la prima volta nella storia a far giocare un Mondiale alla Nazionale. Tra tutti spuntano i nomi di Robbie Earle, Frank Sinclair (che detiene il triste record di maggiori autogol segnati in carriera, ben 25), il talento del Wimbledon Marcus Gayle. I Reggae Boyz, come vennero battezzati dalla stampa, arrivarono poi terzi in un difficile girone con Argentina, Croazia e Giappone, giocando con un barista titolare, l’attuale CT della Nazionale Whitemore.
Dai Caraibi fino al Qatar
E attualmente L’idea della Federazione è proprio quella di replicare ciò che è successo nel ‘98. Ampliare la propria cerchia di selezione tra i giocatori della Premeir League in vista dei mondiali di Qatar 2022 è il primo obbiettivo. Per cercare di avvicinarli alla squadra, la Federazione – stando ai dati riportati da The Athletic – offre 7 mila dollari a partita, più dei bonus che variano a seconda delle presenze.
JFF President Michael Ricketts confirmed all of these players (except Max Aarons) listed + Michail Antonio have or are in the process of acquiring passports for Jamaica MNT
via @SportsMax_Carib 🇯🇲 #jff pic.twitter.com/MzIaZDPzO0
— chris bowerbank (@chrisbowerbank) March 3, 2021
L’idea, sicuramente ambiziosa, ha già preso piede nel miglior modo possibile. La risposta di Michail Antonio è stata positiva ed è un’ottima notizia visto lo stato di forma in cui è. Il giocatore ha rifiutato la chiamata della Nazionale Inglese con cui non ha mai debuttato, proprio per assicurarsi una carriera più continuativa con la maglia dei Reggae Boyz. Molti si sono divertiti a proporre delle top XI dei giocatori giamaicani che militano in Inghilterra e i nomi non sono niente male. C’è infatti da dire che se l’idea riuscisse ad andare in porto, la Giamaica potrebbe replicare, se non fare meglio, il percorso della Nazionale che in Francia ‘98 fece così scalpore.