Il Cadice è la squadra più difficile da affrontare in Liga

Quella che bagna la provincia di Cadice è la Costa de la Luz. E ce ne è tanta di luce da quelle parti nonostante la stagione: perché l’anno da neopromossa alla squadra di Cervera ha portato già risultati che valgono una stagione, qualcosa che glorificherà la salvezza ottenuta a fine anno rendendo indimenticabile la stagione del ritorno tra le grandi di Spagna.

Real Madrid e Barcellona battute nello stesso girone, cosa rarissima per qualunque squadra, totalmente inedita per una neopromossa. In una Liga a venti squadre nessuna squadra appena arrivata o tornata dalla Segunda era riuscita a battere entrambe le grandi del calcio nazionale, ma il Cadice è riuscito a essere la prima eccezione a quella che più che una regola sembrava una legge.

I risultati possono stupire, ma le prestazioni giustificano un rendimento che va anche oltre queste due singole partite: infatti gli andalusi sono in zona Europa League e soprattutto hanno già una distanza di sicurezza dal terzultimo posto. Vero, loro hanno il calendario a pieno regime e molte alle spalle dovranno recuperare delle partite, ma francamente la stagione sembra proiettata verso una salvezza tranquilla, possibilmente nella prima metà del campionato o a ridosso della decima posizione. Difficile immaginare qualcosa in più, perché ciò che si è visto fin qui ha davvero dello straordinario.

Ma per diventare una squadra in grado di fare dei risultati del genere c’è voluta la mano di un allenatore Álvaro Cervera, ormai un’istituzione di Cádiz, arrivato quattro stagioni fa per costruire quello che è stato il bellissimo ritorno in Liga concretizzato l’anno scorso. Ha 55 anni ed è in contrasto un po’ con tutto: preferisce i giubbotti sociali all’abbigliamento casual della maggior parte degli allenatori della Liga, è pacato e poco plateale, ama un calcio concreto senza dare il fianco allo spettacolo.

Sì, la squadra non è bellissima da vedere in campo, ma forse il trucco è proprio questo. Il Cadice rompe gli schemi e i preconcetti sulla Liga, segue una scia simile a quella del Getafe di Bordalás, più imitabile e pragmatico rispetto a modelli sfarzosi, e lascia poco per strada. Il suo è un calcio di ripartenze, di velocità, di sfruttamento delle occasioni.

Come quella che il Barça ha regalato in occasione del gol partita, dove è bastata una minima pressione per creare i presupposti della seconda grandissima vittoria della stagione grazie al gol di Negredo. Proprio lui, l’acquisto più decantato dell’estate: è arrivato con grande esperienza ma anche con scetticismo visti i 35 anni sulle spalle e le ultime stagioni nel calcio degli Emirati. Eppure ha la solidità del grande finalizzatore, in grado di decidere anche se al ritorno immediato dopo un infortunio.

Si tratta solamente di uno dei giocatori che formano un collettivo, solido e fastidiosissimo da affrontare. Solo l’Atlético ci ha passeggiato, poi le altre hanno fatto tutte fatica: la Real Sociedad ci ha vinto in maniera estemporanea, il Villarreal non è riuscito a batterlo, il Siviglia ha dovuto compiere la rimonta.

Ci si aspettava un campionato di basso profilo, invece è arrivata una squadra umile in grado di sfruttare al meglio tutte le sue qualità di interdizione e di rottura del possesso palla. Ciò che hanno reso il Cadice di Cervera la grande rivelazione di questo avvio di Liga.

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