Dorival Júnior, CT del Brasile, aveva assicurato che la Seleçao sarebbe stata, nella peggiore delle ipotesi, finalista ai prossimi mondiali. Dopo la sconfitta con il Paraguay, la quarta nelle ultime sei partite, qualche certezza inizia a vacillare. Il Brasile è una polveriera, dentro e fuori dal campo.
Il nuovo formato del Mondiale apre alle prime sei classificate e mette altri due poste a disposizione del Sudamerica, dunque pensare a una eliminazione del Brasile è un esercizio di pessimismo esagerato. La qualificazione non è in pericolo, ma la faccia sì. Al momento dietro il Brasile ci sono solo il Venezuela (solo perché ha peggior differenza reti), Paraguay e Bolivia. Il biglietto per Canada, Stati Uniti e Messico è riservato al 65% delle partecipanti al gironcino sudamericano e secondo logica il Brasile sarà fra le regine della fase finale, ma da quelle parti conta anche e soprattutto come si arriva al Mondiale. E il modo non piace. Neanche un po’.
A fotografare la situazione al di là dell’Oceano è la considerazione della stampa locale di Vinicius etichettato, nella migliore delle ipotesi, come un anarchico che vuole risolvere tutto da solo. Non esattamente lo stesso trattamento riservatogli in Europa, dove è considerato uno dei più seri pretendenti al Pallone d’Oro. In Brasile gli chiedono di giocare a pallone e più di qualcuno inizia a pensare all’incapacità, che accomuna anche Rodrygo, di raccogliere l’eredità di Neymar, un calciatore che manca da ottobre del 2023 e la cui assenza pesa ogni qualvolta il Brasile scende in campo e perde. Evento che capita sin troppo spesso ultimamente. Quanto basta, per rimpiangerlo e sperare in un suo recupero.
La realtà è che il Brasile in questo momento si trova in uno stato di emergenza che non sentiva da molto tempo e anche se dall’interno sembra che venga mantenuta la calma, il nervosismo potrebbe prendere il sopravvento su tutti da un momento all’altro. Pertanto, serve un elemento che possa aiutare a recuperare un certo entusiasmo. E il profilo, che per certi versi conferma e amplifica il momento di evidente difficoltà della seleçao, potrebbe essere quello di Neymar.
Il ritorno dell’esterno dell’Al Hilal è previsto per novembre, ma in Brasile sperano in un miracolo. Il sogno è di vederlo in campo per affrontare il Perù ad ottobre. Comprensibile che ci si attacchi a tutto, ma se c’è davvero bisogno di Neymar che con tutto il rispetto per il suo immenso talento è praticamente fermo da due anni, al di là dell’Oceano qualcosa non va e forse si è persa la rotta.
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