Probabilmente se a qualcuno negli anni ’90 avessero detto che Igor Shalimov sarebbe diventato un ottimo allenatore in pochi ci avrebbero creduto. Giocatore tanto talentuoso quanto indisciplinato e scostante fu un personaggio singolare anche nel calcio italiano per un decennio.
Arrivò in Italia al Foggia dallo Spartak Mosca per volere di Zeman e fu tra i protagonisti assoluti di quella squadra che incantò l’Europa. L’Inter ne rimase folgorata e lo acquistò per sostituire Lothar Matthäus dopo il suo ritorno al Bayern. La sua esperienza in nerazzurro racchiude un po’ tutta la sua carriera: strepitoso il primo anno e da dimenticare il secondo. Entrò nella storia nel 1998 quando fu il primo giocatore della storia in Italia ad annunciare via internet la fine del suo contratto col Bologna. Per non farsi mancare nulla chiuse la carriera un anno dopo, a soli 30 anni, dopo un caso di doping.
Con un palmarès del genere è difficile pensare a una vita in panchina ma quel cavallo pazzo di Shalimov provò lo stesso questa avventura e a dargli fiducia fu il piccolo Uralan di Ėlista. Riuscì a far mettere sotto contratto anche Passoni e Dal Canto, ma il penultimo posto costò la retrocessione alla sua squadra. Dopo anni di riflessione nel 2008 diventò commissario tecnico della nazionale femminile russa. La bizzarra decisione suscitò scalpore in Russia, ma furono tante parole e pochi fatti. Shalimov raccolse una magra esperienza europea in Finlandia nel 2009, totalizzando tre sconfitte con Svezia, Inghilterra e Italia, e non si qualificò per il Mondiale di Germania 2011. Poi venne chiamato come coordinatore delle giovanili della Russia e quando la sua vita sembra ormai segnata nel 2016 arrivò la svolta.
Il Krasnodar, un club in crescita che prima lo portò nella seconda squadra e poi, nel settembre 2016, gli affidò la panchina in seguito all’esonero di Oleg Kononov. Situazione che sembrava temporanea ma Shalimov riuscì a toccare i tasti giusti di una squadra neroverde fino ad allora in totale confusione. Il debutto fu di quelli che lasciano il segno perché a Krasnodar arrivò il Nizza di Balotelli che venne asfaltato per 5-2 e tre giorni dopo anche la prima in campionato fu vincente con l’1-0 sul Rubin Kazan. La faticosa rimonta finì in gloria con un fantastico quarto posto raggiunto all’ultima giornata vincendo 1-5 sul campo del Tom Tomsk e arrivando addirittura agli ottavi di Europa League.
La seconda stagione è iniziata ancora meglio e, nonostante l’eliminazione ai playoff di Europa League per mano della Stella Rossa, per tutto l’inizio della stagione i “Byki” (i tori) hanno tenuto il passo dello Zenit. In casa contro la squadra di Mancini si sperava nel sorpasso, ma Erokhin e Poloz hanno fatto svanire i sogni che si sono poi trasformati in incubi con quattro sconfitte consecutive.
Il Krasnodar si è ripreso e Shalimov è riuscito con il suo 4-2-3-1 a far giocare bene e con gran voglia di vincere una squadra senza alcun fuoriclasse. Il secondo e il terzo posto distano solo un punto e chissà che Shalimov non pregusti già la prima storica Champions del Krasnodar.
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