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Idee e organizzazione, i segreti del successo di Marco Rose e del suo Red Bull Salisburgo

Il Red Bull Salisburgo per la prima volta nella sua storia arriva ai quarti di finale di Europa League. La città di Mozart aveva già ottenuto un risultato strepitoso in campo europeo nel 1994 quando il Casino Salisburgo arrivò fino alla finale di Copoa Uefa poi persa con l’Inter, ma questa è un’altra storia.
Marco Rose ha plasmato una squadra ai limiti della perfezione con un processo molto lungo e un inizio per nulla semplice. Eh si perché i biancorossi non sono stati fin da subito la squadra che in due partite ha schiacciato il Borussia Dortmund, ma ci è voluto tempo, pazienza e una dura eliminazione dal preliminare di Champions League contro il modesto Rijeka. Il tedesco è succeduto allo spagnolo Oscar Garcia e ha notato che questa squadra poteva cambiare il suo modo di giocare passando così dal 4-4-2 classico all’utilizzo di un trequartista per imbeccare le punte. A rallentare il cambiamento c’è stato anche il profondo ringiovanimento della rosa che aveva fatto storcere non poco il naso ai tifosi che hanno accusato la società di pensare ormai solo alle vicende di Lipsia.
Ad aiutare il lavoro di Rose ci ha pensato il suo connazionale nonché capitano e bandiera del Red Bull Salisburgo Alexander Walke che a 34 anni risulta ancora essere una certezza tra i pali e un ottimo maestro per il giovane Stanković. La difesa è sempre stata a quattro con i due terzini Lainer e Ulmer dei treni instancabili sulle fasce e soprattutto quest’ultimo a 32 anni sta vivendo una seconda giovinezza. Al centro si sono alternati nel 2017 il brasiliano Miranda, poi passato al Gremio, e il connazionale Ramalho acquistato dal Bayer Leverkusen come spalla del giovane croato Car. Il classe 1996 da tre anni è nel giro della prima squadra ma in questa stagione sta dimostrando appieno il suo valore.

Se la difesa regala soddisfazioni il centrocampo è il fiore all’occhiello di Marco Rose. Una macchina perfetta, dove sette giocatori si alternano per quattro posti rendendo tutti al massimo. Il maliano Samassekou è il cervello della squadra, capace di impostare l’azione, segnare e interrompere il gioco avversario, in sintesi un centrocampista moderno completo. Haidara e Yabo si alternano come mediani di rottura e la decisione di schierare Valon Berisha come interno è stata geniale. Il kossovaro ha faticato all’inizio e ha dovuto sedersi qualche volta in panchina fino a quando non ha fatto suo questo ruolo. Sulla trequarti Rose ha semplicemente l’imbarazzo della scelta. Il migliore in quel ruolo è il giovanissimo classe 1999 Hannes Wolf, ma il tecnico tedesco sa che bruciarlo è un attimo e allora ne dosa le sue apparizioni. Che gioia per gli occhi però quando gioca. In alternativa ci sono Xaver Schlager, che in alternativa può giocare anche come regista o interno di centrocampo, e Takumi Minamino, spesso usato come seconda punta. L’austriaco ’97 è stata la sorpresa migliore della stagione e a soli 21 anni, da compiere a settembre, dimostra un’intelligenza tattica ben superiore alla media.
Anche in attacco c’è l’imbarazzo della scelta con Dabbur centravanti fisso e capocannoniere della Bundesliga. La spalla preferita dell’israeliano è il sudcoreano con le meches bionde Hwang Hee-Chan vero diavolo della Tasmania e realizzatore implacabile. L’attaccante orientale è stato però fermo per parecchio tempo a inizio anno e Fredrik Gulbrandsen ha sfruttato alla grande l’occasione facendosi trovare pronto e diventando molto più di un semplice attaccante di riserva.
Il Red Bull Salisburgo è una squadra veramente completa e con una rosa lunga e forte in ogni reparto. A dimostrarlo sono il più otto in campionato sullo Sturm Graz, l’accesso in semifinale di Coppa d’Austria e il grandioso quarto di finale in Europa League. Arrivati a questo punto della competizione tutte le squadre, chi più chi meno, hanno le carte in regola per vincere la competizione e non si capisce come una squadra che fa arrivare secondo nel girone il Marsiglia e elimina Real Sociedad e Borussia Dortmund non debba avere sogni di gloria. I biancorossi hanno già fatto qualcosa di grandioso, non hanno più nulla da perdere e hanno tanta voglia di divertirsi, sarà dunque durissima per chiunque abbattere il muro austriaco.

Francesco Domenighini

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