Un’ironica frase scritta sul muro di una piccola chiesa di Liverpool, ma che racchiude al suo interno una sacrosanta verità: Ian Rush è l’uomo dei record, dei goal impossibili, ma soprattutto è l’uomo simbolo dello storico Merseyside Derby, l’antica stracittadina calcistica che mette l’una contro l’altra Liverpool ed Everton dal 1894.
Spiegare in poche righe l’importanza che ha avuto per il Liverpool quel giovanissimo centravanti longilineo venuto dal Galles non è facile, così come parlare di tutte le 229 reti messe a segno con la maglia dei Reds, una maglia diventata come una seconda pelle che lo ha trasformato in una vera leggenda che rimarrà per sempre nella storia del glorioso club inglese.
Dopo la prima stagione ad Anfield, in cui il diciannovenne ha cominciato a prendere confidenza con un ambiente totalmente diverso da quello da cui proveniva (il Chester, club di Third Division), Rush non si è più fermato: 30 reti nella seconda stagione, 31 nella successiva, 47 nella terza che gli è valsa la Scarpa d’Oro ed il premio come giocatore dell’anno. Si potrebbe continuare all’infinito ad elencare il vasto palmares di Ian Rush che, tra gli altri trofei, può vantare cinque campionati inglesi e ben due coppe dei campioni.
Il destino però ha voluto scegliere per il bomber come vittima preferita una preda pregiata, proprio quella rivale che minacciava lo strapotere del Liverpool sulla città: Rush infatti sarà ricordato per sempre come il giustiziere dell’Everton, il simbolo dello strapotere dei Reds, l’uomo dai 25 goal nel “Friendly Derby”, record ancora imbattuto e neanche lontanamente raggiunto (il secondo marcatore infatti è Dixie Dean con 19 reti). Il suo goal più importante contro i rivali anzi, la sua doppietta più importante, è senz’altro quella messa a segno nella finale di FA Cup del 1988/89: di ritorno dopo la fallimentare esperienza alla Juventus, Ian Rush ritorna a far esplodere di gioia la sua Kop con le due perle messe a segno durante i tempi supplementari, che hanno permesso al Liverpool di alzare al cielo la coppa contro gli storici rivali, la quarta nella storia dei Reds.
In Italia sarà sempre marchiato come “la meteora gallese della Juve” arrivato fra tanto frastuono ma incapace di diventare l’erede di Platini, ma Ian Rush resterà per l’eternità indissolubilmente legato al Merseyside Derby, passando alla storia come il simbolo della rivalsa del Liverpool sugli eterni rivali.
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