Ventun’anni dopo l’ultima volta il Palmeiras torna a essere campione del Sudamerica per la seconda volta nella propria storia. Un successo storico, forse un po’ inatteso alla vigilia, ma ampiamente meritato. I primi turni non impossibili, con il comodo primato nel girone con Guaraní, Bolívar e Tigre e l’ottavo di finale con la sorpresa Delfín, erano stati passati senza troppe difficoltà ma non sembravano essere dei test così probanti. Lo stesso Libertad fu spazzato via senza grosse difficoltà prima della favolosa doppia semifinale con il River Plate dove il Verdão ha dimostrato forza e grande capacità di resistenza. La finale col Santos non entrerà di certo negli annali per essere stata una partita leggendaria e spettacolare ma la rete di Breno diventa una pagina favolosa nella storia del Palmeiras. È una grande rivincita anche per tanti ex Serie A che sono stati fondamentali per questo straordinario trionfo.
ALAN EMPEREUR
Una vita in Italia, arrivato giovanissimo alla Fiorentina a soli quattordici anni e appena tornato nel suo Brasile ha subito lasciato il segno. Alan Empereur ha iniziato nel grande calcio a Ischia nel 2014 prima di iniziare un lungo girovagare nel Belpaese. Fu titolare nella difficile salvezza della Salernitana in Serie B nel 2016 e dopo due esperienze in Puglia con Foggia e Bari venne acquistato dal Verona dove visse ottime annate. Non riuscì mai a imporsi come un titolarissimo ma fu importante nei playoff del 2019 per la promozione in Serie A degli Scaligeri. Dopo un anno e mezzo è stato acquistato del Palmeiras nel novembre 2020 e con il River Plate in semifinale ha giocato due grandi partite. Ieri è entrato in campo solo pochi minuti dopo il gol di Breno ma ha comunque potuto togliersi la soddisfazione più grande della sua carriera.
FELIPE MELO
Centrocampista di qualità e grandissima quantità, amato o odiato, indiscutibilmente mai banale. Felipe Melo è stato sempre un giocatore di grande carattere ma che è stato tradito troppe volte dalla sua irruenza. Dopo gli inizi in Brasile con Flamengo, Crzueiro e Grêmio passò in Spagna inizialmente al Maiorca, prima di imporsi come uno dei migliori centrocampisti in Liga con Racing Santander e Almería. La Fiorentina lo acquistò in vista dell’imminente debutto in Champions e in Toscana visse una fantastica tanto che passò in estate agli eterni rivali della Juventus. In bianconero però passò due annate da dimenticare con continui problemi con la tifoseria della Vecchia Signora e si riprese con i quattro anni al Galatasaray. Qui conobbe Roberto Mancini che lo portò con sé all’Inter, squadra dove alternò il rendimento ma alla quale rimase estremamente legato. Dal gennaio 2017 passò al Palmeiras diventando una colonna della squadra e trascinatore della squadra al successo nel Brasileirão 2018. Un grave infortunio ne ha limitato il cammino in Copa Libertadores ma dopo il gol di Breno è stato inserito per lottare e da Capitano ha alzato al cielo il trofeo più importante del Sudamerica.
GUSTAVO GÓMEZ
Difensore rude, amante della battaglia, rappresenta al meglio l’uomo giusto in una difesa sudamericana. Gustavo Gómez è diventato dopo l’infortunio di Felipe Melo il Capitano in campo del Verdão coronando così una carriera che dopo l’esperienza italiana sembrava essersi arenata. Nel suo Paraguay riuscì a mettersi in mostra con la maglia del Libertad e venne così acquistato dal Lanús dove riuscì nel 2016 a laurearsi campione d’Argentina. Le ottime prestazioni con il Granate lo portarono al Milan, ma in rossonero fu un tragico fallimento. Nelle due stagioni giocò poco e senza mai riuscire a convincere né Montella né Gattuso e così nell’estate 2018 tornò in Sudamerica passando al Palmeiras. La sua leadership e la sua attitudine alla battaglia lo fecero diventare ben presto una colonna della squadra e anche lui fu protagonista assoluto del Brasileirão 2018 e nella finale di ieri sera ha saputo controllare il proprio reparto alla grande annullando il baby campione Kaio Jorge.
LUIZ ADRIANO
Attaccante rapido nello stretto e capace di crearsi spazio in area di rigore per andare a concludere a rete rendendosi spesso letale. Luiz Adriano se ne andò presto dal suo Brasile per passare nella fredda Ucraina allo Shakhtar Donetsk. Nonostante l’importante sbalzo di clima e di vita divenne una colonna degli arancioneri e per otto anni fu un intoccabile dell’attacco. Vinse sei campionati e nel 2014 vinse anche la classifica marcatori guadagnandosi qualche presenza in nazionale. A ventotto anni sembrava pronto per il grande salto di categoria, ma al Milan le cose andarono male. La prima stagione si concluse con sole quattro reti e dopo altri sei mesi deludenti venne mandato in Russia dove trascinò lo Spartak Mosca alla vittoria del campionato. Nella Capitale ritrovò sé stesso e da luglio 2019 tornò al Palmeiras e in questa Libertadores ha segnato uno splendido gol in contropiede nella semifinale contro il River dopo aver preso il tempo sul difensore Rojas.
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