Il cinema nella storia ha omaggiato tante volte il calcio con film bellissimi ed emozionanti. Ecco quali sono i migliori che ogni appassionato dovrebbe vedere almeno una volta nella vita
Il calcio, non solo in Italia, ma anche in molti altri Paesi del mondo, negli anni ha acquisito sempre più importanza, entrando a far parte della vita di tantissime persone, diventando molto più di un semplice hobby e influenzando altri settori dell’intrattenimento, come il cinema. Sono stati tanti i registi che, infatti, hanno portato sul grande schermo questo amatissimo sport, tutti in modi diversi, ma ognuno appassionante. Ecco quali sono i film migliori che ogni appassionato di calcio e cinema dovrebbe vedere almeno una volta nella propria vita.
Nella storia del cinema sono numerosi i film sul calcio, ma solo alcuni sono riusciti a lasciare un’impronta indelebile nella memoria cinematografica. Alcuni di questi si concentrano sull’azione sul campo, mentre altri esplorano l’amore per lo sport dal punto di vista dei tifosi o degli allenatori. Ci sono quelli epici, che ci regalano memorabili duetti come quello tra Sylvester Stallone e Pelè, altri che hanno esplorato la mentalità e la storia degli hooligans, e altri che, invece di puntare sull’epica, hanno optato per esplorare il lato poetico del calcio. Tra tutti questi ce ne sono alcuni indimenticabili, che hanno segnato intere generazioni e sono ancora oggi amatissimi dal pubblico. Ecco quali sono.
A distanza di oltre quarant’anni dalla sua uscita, “Fuga per la vittoria” rimane un capolavoro del cinema sportivo, forse il migliore film sul calcio mai realizzato. Il film è ispirato alla vera storia della Partita della Morte, un incontro calcistico disputato tra prigionieri di guerra ucraini e ufficiali tedeschi avvenuto nel 1942. Nella pellicola diretta da John Houston, durante una visita a un campo di prigionia Alleato, un ufficiale nazista riconosce l’ex stella della Nazionale inglese, John Colby. Questo riconoscimento porta all’organizzazione di una partita tra nazisti e Alleati: per i nazisti, è un’opportunità per dimostrare la superiorità del loro regime, mentre per i prigionieri rappresenta una possibilità di fuga. La produzione del film ha reclutato alcuni dei migliori calciatori dell’epoca, come Pelé, Bobby Moore e Ardiles, per rendere le scene di gioco più realistiche possibile. “Fuga per la vittoria” è forse l’unico film in cui le sequenze di calcio sono davvero credibili, nonostante la difficoltà di girarle date le imprevedibili dinamiche del gioco.
Dopo il successo come Frodo Baggins, Elijah Wood nel periodo 2004-2005 si cimenta in ruoli radicalmente diversi: da “Sin City” a “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” fino a “Hooligans”. In quest’ultimo interpreta Matt Buckner, uno studente di giornalismo statunitense che, dopo essere stato espulso da Harvard, si trasferisce a Londra. Qui riunisce la famiglia e conosce il cognato Pete, capo degli hooligans del West Ham. Da studente insicuro, Matt si scopre attraverso le giornate da hooligans: le risse in strada, i cori nei pub, l’amore per il mondo degli ultras. Da americano estraneo al calcio, a membro essenziale del gruppo di tifosi del West Ham, prima che il suo passato ritorni a bussare drammaticamente alla porta. Si tratta di un film unico, amato soprattutto dagli appassionati del mondo ultras, e ancora oggi visto da tantissimi amanti del calcio di tutto il mondo.
Un film meno celebrato rispetto ad altri, ma che dopo il suo debutto nel 2005 ha dato vita a una trilogia (completata da Goal! 2 – Vivere un sogno e Goal! 3) e ha fatto sognare milioni bambini di tutto il mondo con il sogno di diventare calciatori professionisti. Diretto da Danny Cannon, questo film racconta la storia di Santiago Muñez, un messicano che emerge dalla povertà sociale e ottiene la rivincita attraverso il calcio, mentre i sequel successivi, ricchi di scene sul campo, mostrano il suo trionfo e il suo sviluppo personale.
Un film avvincente e coinvolgente, dove i sogni di un giovane appassionato di calcio, Jimmy Grimble, fan sfegatato del Manchester City, prendono vita grazie a un paio di scarpini da calcio donati da un’anziana signora, che sosteneva appartenessero a Robby Brewer, un ex calciatore proprio del City. Con ogni gol segnato, Jimmy porta la sua squadra fino alla finale del torneo, solo per scoprire nel momento cruciale che il vero talento risiedeva da sempre dentro di lui. Questo lo porta finalmente ad essere notato dalla sua squadra del cuore, e il film termina con una frase indimenticabile e conosciuta da tutti gli appassionati di calcio: “Cosa c’è di meglio dello United? Il City!“.
Un film cult di cui gli appassionati conoscono ogni battuta. Oronzo Canà è l’indimenticabile allenatore della neopromossa Longobarda, la sua Bi-zona e il singolare 5-5-5 sono i tratti distintivi di un film che ha fatto la storia. E poi c’è il leggendario centravanti Aristoteles, i rituali per fermare Zico e Platini, e la partecipazione di personaggi come Ancelotti, Graziani, Aldo Biscardi, Liedholm e De Sisti come attori. Tutti ingredienti perfetti per uno dei film più memorabili della storia del cinema italiano.
Le gesta straordinarie di Pelé sul terreno di gioco sono ampiamente conosciute, ma la sua storia precedente all’ascesa come O Rei è meno nota. Originariamente chiamato Dico dai suoi compaesani, il giovane Pelé dimostrava un talento straordinario giocando a calcio nelle strette stradine polverose delle favelas di Bauru, usando un pallone fatto di stracci. La sua è una storia di povertà, segnata dal dolore del ritiro dal calcio del padre e dalla sofferenza dell’intera Nazione durante il Maracanazo, la storica e inaspettata sconfitta del Brasile contro l’Uruguay allo stadio Maracanà di Rio durante la finale dei Mondiali del 1950, fatto che rischia di allontanarlo dal calcio. Tuttavia, la sua passione per il gioco prevale su ogni avversità. La sua rivalità con José Altafini, l’inizio della carriera al Santos e la convocazione in nazionale culminano nello straordinario trionfo ai Mondiali in Svezia, che rianima il Brasile e lancia definitivamente la stella di Pelé.
Un giovane Colin Firth interpreta uno dei personaggi principali in una delle commedie che meglio esprimono l’amore appassionato per la propria squadra di calcio. Nel caso del professore Paul Ashworth, la squadra del cuore è l’Arsenal, una passione che diventa un’ossessione, un pensiero costante mentre attende il titolo di campione d’Inghilterra che manca da 18 anni. Tuttavia, c’è anche un altro amore nella sua vita, quello per la fidanzata scettica e distante, che cerca di allontanarlo dal calcio dopo la tragedia di Hillsborough. Il cuore di Paul è diviso tra questi due amori nell’ultima drammatica giornata di campionato, quando l’Arsenal deve vincere contro i rivali del Liverpool per conquistare il titolo.
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