Secondo impegno nelle qualificazioni per l’Italia che dopo la bella e convincente prova di sabato contro la Finlandia ora dovrà verersela contro il Liechtenstein. La piccola nazione compresa tra Austria e Svizzera non potrà risultare un ostacolo per gli Azzurri ma sarà importante tenere alta la concentrazione e non subire gol per la quinta partita consecutiva. Nonostante il movimento calcistico liechtenstaniano non sia dei più grandi qualcuno è riuscito ad arrivare in Serie A anche con discreti risultati. Questi sono i due unici giocatori che hanno giocato in Serie A.
MARCEL BÜCHEL
Di origini liechtenstaniane Marcel Büchel e nato a Feldkirch nello stato del Vorarlberg in Austria, confinante sia con Svizzera che con Liechtenstein. Inizialmente però la voglia di giocare per una squadra più blasonata come il Das Team austriaco era tanta e infatti, mentre si trovava in Svizzera nelle giovanili del San Gallo, accettò la chiamata dell’Under 19 austriaca. Tre presenze e la sensazione che la sua carriera stava decollando con la chiamata dall’Italia prima del Siena e poi della Juventus. Con i bianconeri piemontesi debuttò tra i grandi nella gara interna di Europa League contro il Red Bull Salisburgo e dall’anno successivo iniziò una serie di prestiti in giro per la provincia italiana. In Serie B inizierà con il Gubbio con il quale segnerà il suo primo gol tra i professionisti contro il Bari, ma le contestazioni e la retrocessione finale della squadra umbra non lasciarono molti spazi per i festeggiamenti a Büchel. Cremonese, Lanciano, Bologna, prima della sua prima opportunità in Serie A a Empoli. Era il 2015 e Büchel, nonostante l’approdo nella massima serie italiana, continuava a non essere calcolato dall’Austria e così fece forza delle sue origini e nell’ottobre di quell’anno prese la cittadinanza del Liechtenstein. Il cambio gli diede una tale carica che con l’Empoli giocò la sua miglior stagione segnando anche contro Fiorentina e Roma. Rimase ancora un anno in Toscana prima di passare al Verona dove fu tra i protagonisti della sciagurata stagione gialloblu e ora il ritorno ai margini della squadra azzurra. Questa stagione gli ha però regalato il grande sogno e onore di segnare il suo primo gol in nazionale contro l’Armenia nella Nations League.
MARIO FRICK
“La vie c’est fantastique quando segna Mario Frick“, così recitava una curiosa maglietta mostrata dopo un gol dallo stesso attaccante. Anche lui non è nato nella piccola nazione ma a Chur in Svizzera, ma dall’età di otto anni si trasferì in Liechtenstein per giocare nel Balzers. Una vita trascorsa nel club gialloblu con il quale ci rimase dodici anni prima di tornare nella nazione elvetica. Inizialmente fu il San Gallo ad assicurarsi le sue prestazioni, ma fu a Basilea, dove restò per tre anni, che fece le migliori prestazioni. Lo Zurigo nel 1999 riuscì a strapparlo ai rivali rossoblu, ma non riuscì a imporsi e dopo solo una stagione e soli sette centri venne ceduto all’Arezzo. Da qui iniziò il suo lunghissimo e interminabile giro d’Italia che lo vide principalmente prolifico in quel di Terni e in Serie A si fece notare soprattutto a Siena. Tornerà al San Gallo e poi nell’altro squadra zurighese, il Grasshoppers, prima di dedicarsi alla crescita del calcio lichtensteiniano. Mario Frick è una vera e propria leggenda e con centoventicinque presenze è il secondo giocatore che ha vestito maggiormente la maglia della nazionale, ma con sedici centri è il miglior marcatore. Ventidue anni passati a vestire i colori rossoblu del Liechtenstein dal 1993 al 2015 e il primo gol venne realizzato nel settembre del 1997 contro la Romania e l’ultimo fu in amichevole nel 2010 contro l’Estonia. Dopo il ritiro dal calcio ha allenanto il Balzers, risultando calciatore e allenatore, e le nazionali Under 18 e Under 19, infine il Vaduz.
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