La Roma dei Friedkin proprio non riesce a trascorrere una giornata intera senza prendersi le prime pagine dei giornali in Italia e nel mondo. Neanche la prima vittoria di Juric ha contribuito a riportare il sereno in un ambiente che, in pochissime ore, ha vissuto ciò che accade in diversi mesi di gestione. La proprietà della Roma, in cinque giorni, ha cambiato allenatore, sollevato il CEO dalla sua posizione e acquisito l’Everton. Abbastanza per essere preoccupati su quali saranno le prospettive future che il comunicato analizza tuttavia punto per punto.
I Friedkin parlano poco ma scrivono molto. Evidentemente la loro comunicazione è non verbale. Del resto, scripta manent. A proposito di autografi, la famiglia ne ha apposti parecchi: prima sull’esonero di Daniele De Rossi, poi sull’acquisizione dell’Everton con tanto di comunicato che spiega cosa abbia spinto papà Dan e figlio Ryan a prendere questo tipo di decisioni. Alla base, resta comunque la voglia di riportare in alto la Roma. “La campagna acquisti estiva ha segnato l’inizio di un progetto strategico pluriennale pensato per riportare la Roma ai vertici del calcio europeo”. Resta da chiedersi perché del progetto strategico pluriennale, non ci sia stato più posto per un allenatore che pochi mesi fa aveva firmato un triennale diventato carta straccia dopo 360’ di campionato. Anche in questo caso, arriva la spiegazione: “nutriamo un profondo rispetto per Daniele, convinti che avrà una carriera di successo come tecnico, e magari un giorno tornerà alla Roma. Separarsi da lui è stata una decisione difficilissima, ma l’abbiamo presa con la convinzione che sia la strada giusta per puntare ai trofei in questa stagione”. Dunque si evince che la decisione di allontanare De Rossi è dei Friedkin e non della dimissionaria CEO Lina Souloukou.
Il comunicato tende a chiarire anche le idee su una possibile cessione del club: “L’eventuale acquisizione dell’Everton non modifica in alcun modo il nostro impegno verso la Roma”. Di eventuale c’è ben poco. L’acquisto è realtà. Tuttavia le gestioni restano separate. “Potete stare tranquilli, il nostro impegno in termini di tempo, risorse ed energie verso la Roma non sarà ridotto. Il nostro obiettivo è chiaro: vedere la Roma competere costantemente ai più alti livelli del calcio europeo”. I Friedkin continuano a dimostrare di non conoscere benissimo la città dove tranquillo ha fatto una brutta fine, ma non è necessario vivere Roma (infatti sono andati via dalla capitale) se si hanno le idee chiare. La strada è tracciata. Lecito però avere dei dubbi sulla possibile cessione, alimentati dal concetto di “visione”. Si legge: “Lo sviluppo di un nuovo stadio, elemento chiave di questa visione, è già in atto e renderà omaggio alla ricca storia del Club”. Ai più scettici e disamorati, termine tornato in voga negli ultimissimi giorni a Roma, sembra l’allestimento di una vetrina oltre di un progetto tecnico. L’unica certezza è che lo stadio rende più appetibile la Roma sia per costruire qualcosa di importante, sia per conferirgli valore e spessore. Il tempo dirà.
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