Dei campionati dello scorso decennio la Liga 2013/14 supera per distacco tutte le altre per emotività, colpi di scena ed epicità del finale. Nel viaggio attraverso i campionati più incredibili decisi all’ultima giornata, partire dal 17 maggio del 2014 è doveroso, in quella che di fatto è stata una finale a tutti gli effetti.
Perché tante volte la Liga si è decisa all’ultimo turno, ma che le due squadre che si stavano contendendo il titolo si affrontassero all’ultima giornata era un fatto eccezionale. Anche perché fu un campionato tirato per tutto l’anno in cui si intravide nella grande sorpresa Atlético Madrid, fino a quell’anno una società in crescita ma senza l’ambizione di potersi spingere così avanti, la possibilità interrompere il famoso duopolio Barcellona-Real, che si erano divise gli ultimi nove titoli lasciando al Valencia del 2004 l’ultimo titolo.
E nel percorso che portò a quella ‘finale’ dell’ultima giornata fu partecipe anche il Real Madrid che per questioni aritmetiche si dovette arrendere al penultimo turno, ma che comunque fu in grado di chiudere il campionato in terza posizione a 3 punti dalla prima, numeri che rendono l’idea dell’eterno equilibrio di quel campionato. Ma per l’Atlético fu un’annata incredibile su tutti i fronti, da questo confronto a tre in Liga alla strepitosa cavalcata in Champions League che li portò fino alla finale di Lisbona: in campionato riuscirono a fare il record di 9 vittorie consecutive, Courtois subì appena 24 gol in tutto il campionato e Diego Costa chiuse con 27 gol al primo posto nella classifica dei marcatori spagnoli (che in epoca Messi-Ronaldo è il massimo a cui si può ambire).
Atlético e Barcellona arrivarono a quella partita con umori totalmente differenti, soprattutto perché proprio in quel periodo le squadre si erano già affrontate in Champions ai quarti con il passaggio dei Colchoneros ai danni di un Barça che sotto la guida del Tata Martino pareggiò 1-1 al Camp Nou e perse 1-0 al Calderón. Sul fronte blaugrana quindi quella partita non valeva solo il titolo, ma anche la rivincita di quel quarto di Champions e soprattutto la possibilità di non chiudere la stagione portando in bacheca solamente la Supercoppa vinta ad agosto proprio contro l’Atlético.
Il titolo sembrò prendere la direzione di Barcellona nel primo tempo, grazie a una prima mezz’ora di alto profilo tecnico segnata da episodi potenzialmente decisivi: a partire dall’infortunio di Diego Costa dopo un quarto d’ora, perfetto prequel di quanto sarebbe accaduto solamente sette giorni dopo nella finale di Champions di Lisbona, per poi arrivare al gol capolavoro di Alexis Sánchez. Il cileno veniva dalla sua migliore stagione in blaugrana ma l’esplosione di Neymar aveva certamente ridimensionato la sua figura all’interno della rosa tanto da aver già pianificato di andare via: se ne andò però con un’immagine di enorme potenza e classe, un tiro incredibile su cui Courtois non poté neanche mettere la mano.
Perfetta immagine per assegnare un titolo, all’apparenza. Perché una volta sbloccata la partita in un Camp Nou che aveva riempito tutti i suoi 98.000 posti era davvero difficile immaginare che il campionato non sarebbe rimasto a Barcellona anche per questa stagione. E invece nonostante l’impatto emotivo del gol e l’infortunio di Diego Costa l’Atlético riuscì nell’impresa grazie a un secondo tempo eroico, iniziato subito col botto: Diego Godín in carriera ha fatto sempre 3-4 gol a campionato, ma viene ricordato come un grande difensore goleador per l’importanza delle reti che ha segnato.
E non ce ne voglia la rete segnata qualche mese più tardi all’Italia nel Mondiale, ma questa al Barcellona è di gran lunga la più importante segnata in tutte le sue presenze. In marcatura il Barça scelse di prenderlo a zona con Busquets, ma nel trenino organizzato sul corner di Gabi non ci fu nessuno in grado di fare il contrasto aereo con l’uruguaiano che facilmente segnò il gol del campionato.
Ma nei 35 minuti che separano quel gol dalla fine della partita in realtà venne segnata un’altra rete: la realizzò Lionel Messi, fermato però per una posizione di fuorigioco apparentemente corretta se non si guardasse il replay in cui appare chiaro che sia Juanfran a passargli il pallone. Ultimo episodio di una Liga incredibile, tesa fino all’ultimo, emozionante dalla prima alla trentottesima giornata: l’unica Liga recente terminata con uno ‘spareggio’ all’ultimo turno, capace di riportare il titolo all’Atlético Madrid 18 anni dopo l’ultima volta.
Fu la Décima Liga della storia dell’Atleti, che si ritrovò però una settimana dopo a maledire quella parola, visto che divenne di eterna proprietà del Real Madrid che li sconfisse nell’indimenticabile notte di Lisbona.
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