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I cinque più inattesi flop di giocatori dall’Olanda in Serie A

L’Italia ha chiuso l’andata del girone di Nations League al primo posto e decisiva è stato il successo sull’Olanda ad Amsterdam. Ora a Bergamo bisognerà fare altrettanto per avvicinarsi sempre di più alle final four e potendo così disputarle in casa. Gli Oranje sono una nazionale di grande tradizione e sono tanti i suoi giocatori passati in Serie A, ma non per tutti è andata bene. Ecco dunque a voi i cinque più inattesi flop olandesi in Serie A.

DENNIS BERGKAMP
Uno dei talenti più puri e cristallini della storia del calcio olandese, ma che per motivi ignoti non riuscì mai a lasciare il segno in Italia. Dennis Bergkamp iniziò all’Ajax da giovanissimo facendo per un anno coppia con Marco Van Basten e poi diventando suo erede. Una responsabilità non di poco conto, ma il ragazzo di Amsterdam non deluse. Nel 1990 divenne già un titolare dell’Olanda e nel 1993 ecco il passaggio in Serie A all’Inter. Dopo il secondo posto dell’anno precedente i nerazzurri dovevano essere pronti per il sorpasso nei confronti dei cugini del Milan, ma in Italia le cose per Dennis andarono male. Si rifece in Europa diventando uno dei grandi protagonisti nella vittoria in Coppa Uefa, ma in due anni riuscì a segnare solo undici reti in campionato non facendo mai vedere la sua classe. Nel 1995 prese il volo, da lui sempre tanto odiato, per Londra in direzione Arsenal dove tornò a essere quel grande campione ammirato in Patria diventando uno degli stranieri più forti di sempre in Premier League.

 

KLAAS JAN HUNTELAAR
Una vera macchina da gol nelle selezioni giovanili e la convinzione che l’Olanda avesse trovato il futuro Van Nistelrooy. Per Klaas Jan Huntelaar l’inizio di carriera fu folgorante e dopo gli inizi nelle serie minori, dove con ventisei reti divenne capocannoniere della seconda divisione, fu l’Heerenveen ad acquistarlo e a beneficiare dei suoi trentatre gol in un solo anno e mezzo. L’Ajax quindi lo portò nelle proprie fila dove segnò con un’incredibile costanza, tanto da essere acquistato nel gennaio 2009 dal Real Madrid. Con i Blancos non riuscì mai a creare un grande feeling con la squadra che però non stava vivendo un grande momento. La rivoluzione estiva di Florentino Pérez colpì anche lui e così passò al Milan. In rossonero però deluse completamente le aspettative, tanto da diventare la riserva di Borriello perdendo completamente la fiducia di San Siro e di Leonardo. La miseria di sette reti e una sola notte magica, quella della doppietta di Catania nel recupero, in mezzo a tante gare deludenti costrinse la società a venderlo allo Schalke 04. In Germania si riprese e nel 2012 vinse anche la classifica marcatori, prima di tornare nel 2017 all’Ajax dove gioca ancora oggi.

(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

 

PATRICK KLUIVERT
Acquistare chi è stato il proprio giustiziere non sempre si rivela una scelta saggia, anche perché si inizia un’avventura in un posto dove si sono lasciati brutti ricordi. Patrick Kluivert era giovanissimo quando a pochi minuti dal novantatreesimo decise la finale di Champions League tra Ajax e Milan del 1995. Quello era il suo anno di debutto, dove dimostrò tutto il suo valore realizzando diciotto reti e stabilì subito il suo record personale. I rossoneri ne furono dunque stregati e nel 1997 lo portarono a San Siro. L’acquisto avrebbe dovuto essere la risposta a Ronaldo passato all’Inter, ma i due destini furono ben diversi. In un disastrato Milan, che chiuse solo al decimo posto, contribuì solo con sei reti e tante prestazioni impalpabili che lo fecero passare da campione a oggetto misterioso. L’offerta del Barcellona venne accettata senza troppe esitazioni e in Catalogna si poté tornare ad ammirare il Kluivert olandese. Vi rimase per sei stagioni, prima di iniziare a girovagare per l’Europa chiudendo con il Lille.

 

ANDY VAN DER MEYDE
Una meteora che durò pochissimi anni, ma che riuscì comunque a portare con sé un enorme carico di rimpianti. Andy Van der Meyde fu un’ala destra rapida e con il dribbling nel sangue e fu l’Ajax a farlo conoscere al grande pubblico. La stagione 2002-03 fu semplicemente favolosa e da incorniciare fu la gara a San Siro con il Milan in Champions League. La sua prestazione fu così convincente da impressionare Massimo Moratti e la dirigenza dell’Inter che decisero così di acquistarlo. A Milano però perse la testa. Egli stesso disse che guadagnava troppo per il suo valore e iniziò a pensare solo a come spendere i propri risparmi. Partì bene in nerazzurro con uno splendido gol al volo contro l’Arsenal mai poi il nulla. Due stagioni anonime all’ombra del Duomo dove perse la Nazionale e che lo portarono in Inghilterra all’Everton, ma ormai non c’era più nulla da fare. Venti apparizioni in quattro anni prima di tornare in Olanda e chiudere nel 2012.

Bildnummer: 01374278 Datum: 28.11.2004 Copyright: imago/Buzzi

 

EDWIN VAN DER SAR
Il miglior numero uno nella storia dell’Olanda, un mito per tutte le squadre dove ha giocato, tranne una. Edwin Van der Sar divenne titolare dell’Ajax nel 1992 subentrando all’esperto Menzo e da allora non perse più il posto. Sette anni da numero uno coronati con la Champions League del 1995 quasi bissata l’anno successivo. E a volerlo nel 1999 fu proprio la Juventus, quella squadra che nel 1996 gli aveva negato il secondo alloro continentale. Guardando il rapporto partite giocate/gol subiti, si nota come non sia del tutto negativa la sua esperienza torinese, ma gli errori sono tutti pesanti. Il più clamoroso fu quello a Torino contro la Roma che di fatto consegnò lo Scudetto ai giallorossi. Una sua pessima uscita consentì a Montella di pareggiare al novantesimo al Delle Alpi e in due anni con la Juventus non vinse nulla. La Vecchia Signora virò su Buffon e per Van der Sar ci furono alcuni anni nel piccolo Fulham prima di tornare tra i grandissimi e diventare per sei anni una leggenda del Manchester United.

Mandatory Credit: Stuart Franklin /Allsport

Francesco Domenighini

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