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I cinque più grandi precedenti tra Inter e Real Madrid

Riparte la Champions League anche per i campioni d’Italia dell’Inter che questa sera affronteranno il Real Madrid a San Siro risultando così l’unica squadra della penisola a giocare tra le mura amiche. Dopo le due pesanti e fatali sconfitte della stagione passata contro i Blancos i nerazzurri hanno grande voglia di rivalsa, ma sarà una situazione molto diversa rispetto a dodici mesi fa. Non più Conte contro Zidane, bensì Inzaghi contro Ancelotti e soprattutto la grande voglia di disputare una gara epica come lo furono queste cinque.

 

INTER-REAL MADRID 3-1 COPPA CAMPIONI 1963-64
La prima volta non si scorda mai e il Prater di Vienna sarà sempre uno degli stadi più amati dal popolo interista. I nerazzurri si apprestavano a disputare la loro prima storica Coppa dei Campioni da autentica outsider. Il cammino verso la finale fu tra i più difficili dovendo eliminare i campioni d’Inghilterra dell’Everton, di Francia del Monaco e in semifinale di Germania del Borussia Dortmund. Nell’ultimo atto a Vienna l’avversario era l’invincibile Real Madrid di Di Stéfano, Puskás e Gento e in pochi davano possibilità di vittoria ai milanesi. Ad aprire le marcature a fine primo tempo fu il ventiduenne Sandro Mazzola con un perfetto destro all’incrocio dei pali che lasciò di sasso José Vicente Train. Il centravanti Milani raddoppiò con un gran destro da fuori area, ma una mezza rovesciata di Felo riaprì la sfida. Sarti fu chiamato agli straordinari e Picchi salvò un gol fatto sulla linea, ma in contropiede l’Inter era letale. Ancora Mazzola sfruttò un errato rinvio dell’esperto difensore Santamaría e si involò in rete per segnare il 3-1. Per il giovane figlio d’arte però le soddisfazioni non erano finite. A fine partita il leggendario ungherese Puskás si avvicinò a lui dicendogli:“Questa è la mia maglia per te, io ho giocato con tuo padre Valentino e sei degno di lui“. Il giovane Sandro non poteva davvero chiedere di meglio e per l’Inter arrivò il primo successo in Coppa dei Campioni.

 

 

REAL MADRID-INTER 0-2 COPPA CAMPIONI 1966-67
Le sfide tra Inter e Real Madrid erano ormai diventate un’abitudine in Coppa dei Campioni e dopo la vittoria dei Blancos nella semifinale del 1966 la situazione era di assoluta parità. L’anno seguente si affrontarono nei quarti di finale e l’uomo decisivo fu un ragazzo della provincia di Cremona: Renato Cappellini. Il giovane centravanti decretò prima il successo per 1-0 a San Siro e al ritorno fece di meglio. Raccolse una corta respinta di Arquistáin e infilò in rete la palla dello 0-1 e nella ripresa un’autorete di Zoco firmò lo 0-2 definitivo. Quella dell’1 marzo 1967 fu il primo e unico successo dell’Inter in casa del Real e fu il passo decisivo verso la finale di Lisbona con il Celtic.

 

 

REAL MADRID-INTER 3-0 COPPA UEFA 1984-85
Negli anni ’80 le sfide tra Inter e Real Madrid divennero la normalità e ci fu sempre lo stesso copione. Nerazzurri dominatori a San Siro e Blancos schiacciasassi al Bernabéu. In Coppa Campioni nel 1981 e in Coppa delle Coppe nel 1983 c’erano stati due passaggi del turno degli spagnoli, ma nel 1985 la musica sembrava essere diversa. Un rigore di Brady e una rete di Altobelli regalarono il 2-0 a Milano, ma la squadra di Castagner venne umiliata nel ritorno. Il primo tempo fu solo di marca iberica e un rimpallo vincente di Santillana prima e un suo splendido stacco di testa poi, portarono la qualificazione in equilibrio. Nella ripresa l’Inter si riprese ed ebbe con Altobelli la grande palla della finale, ma Stielike salvò sulla linea. Un sinistro perfetto all’angolino di Michel bucò ancora una volta Zenga e il 3-0 valse la finale ai Blancos.

 

 

REAL MADRID-INTER 5-1 D.T.S. COPPA UEFA 1985-86
La delusione dell’anno prima non era ancora stata del tutto smaltita quando anche nella stagione 1985-86 Inter e Real Madrid incrociarono i propri destini nella semifinale di Coppa Uefa. Ancora una volta l’andata si giocò alla Scala del Calcio, e ancora una volta fu una grande notte nerazzurra. Marco Tardelli giocò la sua miglior partita a Milano segnando una doppietta che portò i suoi sul 2-0. Valdano nel finale accorciò le distanze, ma un autorete di Salguero diede alla squadra di Mario Corso un doppio prezioso vantaggio in vista del ritorno. A Madrid però fu ancora una volta un incubo. Il rigore di Hugo Sánchez fu solo sfiorato da Zenga e il perfetto colpo di testa di Gordillo ribaltò il discorso qualificazione. L’Inter però non si perse d’animo e un rigore di Liam Brady riportò i nerazzurri in finale, ma i tiri dagli undici metri non erano finiti. L’olandese Kelzer ne fischiò un altro per il Real e Sánchez firmó il 3-1 che pareggiò perfettamente la gara di andata. Si andò ai supplementari e l’uomo decisivo fu Santillana. Di testa anticipò un non perfetto Zenga e nel secondo tempo, con la Beneamata tutta in attacco alla ricerca del pareggio, appoggiò in rete la palla del 5-1 finale. In cinque anni Inter e Real si erano affrontati quattro volte, a San Siro ci furono tre vittorie interiste e un pareggio, al Bernabéu solo vittorie madridiste, ma a passare il turno furono sempre i bianchi di Spagna.

 

 

INTER-REAL MADRID 3-1 CHAMPIONS LEAGUE 1998-99
Nella Champions League 1998-99 vennero messe nello stesso girone i vincitori dell’ultima Coppa dei Campioni, il Real Madrid, e quelli dell’ultima Coppa Uefa, l’Inter. Spartak Mosca e Sturm Graz erano dunque pronte a fare le vittime sacrificali, ma il primo posto venne deciso da una delle più belle gare nella storia della Coppa. Al Bernabéu i Blancos si erano imposti con un perentorio 2-0 e a San Siro bisognava vendicare quella sconfitta. A sbloccare il risultato nella ripresa fu Zamorano che riuscì a deviare con la coscia un destro da fuori di Ronaldo e così facendo beffò Illgner. Clarence Seedorf però è uno che si esalta nelle grandi partite e, dopo aver segnata anche nella gara di andata, fu un suo perfetto colpo di testa a riportare la sfida in parità. Per vincere ci voleva un colpo di genio e Gigi Simoni capì che poteva averlo da Roberto Baggio. Il Divin Codino entrò al posto del cileno Zamorano e in venti minuti divenne l’incubo della difesa spagnola. Con un destro fintato riuscì a far passare la palla in mezzo a mille gambe e spiazzare il portiere tedesco e nel recupero la magia. Simeone lo lanciò e il numero dieci agganciò la palla da campione, scartò Illgner e di sinistro depositò in rete il definitivo e leggendario 3-1.

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