L’Ajax inizia a muoversi subito sul mercato e il primo acquisto rilevante porta il nome di Huntelaar. Il cacciatore torna a casa, nella formazione che lo ha lanciato nel calcio europeo permettendogli di vestire la maglia di Schalke, Real Madrid e Milan. La punta ha preferito un trasferimento in Olanda per chiudere al meglio la sua carriera e per dare una mano ad una società che presto sarà orfana del talento danese Dolberg.
Huntelaar lascia lo Schalke per trasferirsi all’Ajax. Accordo annuale per il cacciatore che vola in Olanda con tutto il suo bagaglio di esperienza. Questa è la parola chiave: esperienza. L’attaccante olandese, infatti, è quel tipo di giocatore che nonostante l’età avanzata (ha trentaquattro anni) fa sempre comodo avere in squadra. Con la maglia dello Schalke ha realizzato in tutti i modi possibili e i knappen perdono un terminale offensivo in grado di fare la differenza. Forte di testa, abile con i piedi e letale in zona offensiva Huntelaar è fisicamente dominante in area avversaria. In questa stagione è stato limitato dai troppi infortuni ma quando è integro rappresenta una minaccia costante per chi deve marcarlo.
Huntelaar ha iniziato la sua carriera proprio in terra olandese nelle giovanili dell’Hummelo en Keppel nel 1988. Il successivo passaggio al De Graafschap e poi al Psv ne hanno affilato la tecnica e soprattutto il fiuto del gol. Nel 2002-2003 esordisce con la società di Eindhoven che, a gennaio, preferisce darlo in prestito per farlo giocare con più regolarità. La squadra designata è il De Graafschap: con la maglia biancoblu scenderà in campo solamente in 9 occasioni. Troppo poco il suo minutaggio per tirare le somme, così la punta viene nuovamente ceduta in prestito nel 2003-2004 all’AGOVV. L’esperienza è sicuramente più positiva con 35 gare e 26 centri all’attivo che sottolineano il suo spiccato senso della rete. Le sue caratteristiche non passano in osservato e questo porta l’Heerenveen a tesserarlo per schierarlo titolare in Eredivisie. Nell’arco di 2 anni riesce a siglare 34 reti in 46 match sottolineando la sua innata vocazione da bomber.
Dopo gli ottimi anni con la maglia dei frisoni, l’Ajax si innamora del cacciatore e decide di portarlo nella capitale con acquistandolo per 9 milioni nel mercato di gennaio del 2006. In soli 6 mesi scrive il suo nome nel taccuino dei marcatori per 24 volte in 25 gare comprese coppe e playoff. L’impatto inizia a far sognare i tifosi dei lancieri per i quali diventa subito un begnamino. Nelle due stagioni seguenti le reti diventano ben 72 in 96 incontri conquistando anche 2 Supercoppe d’Olanda, 1 Coppa d’Olanda e vincendo per 2 volte la classifica marcatori. Un risultato strabiliante che attira su di se l’occhio di grandi club come quelli del Real Madrid. Nel mercato invernale del 2009 i Blancos lo strappano dalla sua beneamata terra per 27 milioni di euro.
Dopo aver girato per l’Europa e aver testato i campi di Serie A (Milan), Liga (Real Madrid) e Bundesliga (Schalke 04) il veterano decide di tornare in patria per poter chiudere in modo onorevole una carriera povera di trofei. Il cacciatore rientra all’età di 34 anni nella formazione che lo ha reso grande agli occhi dell’Europa: un anno di contratto e l’arduo compito di far dimenticare il ragazzino Dolberg, sicuro partente dopo una straordinaria stagione con i lancieri. Dopo 9 anni di assenza, la punta vuole essere ancora decisivo con la maglia della società che ha sempre amato. Ecco le sue parole dopo la firma: “L’Ajax è il mio club, non è un segreto. Sono incredibilmente contento di tornare qui“. Nella formazione di Bosz, il classico 4-3-3 adottato dalla maggior parte delle squadre olandesi, andrà a ricoprire l’unico ruolo veramente congeniale per lui: la punta centrale. Traorè non sarà più dei giochi, trasferito già al Galatasaray e Younes potrebbe partite per una cifra intorno ai 30 milioni. Si dovrà ricostruire il reparto intorno ad Huntelaar che non può far altro che ripagare l’affetto dei suoi tifosi a suon di gol, la cosa che gli è sempre riuscita meglio.
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