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Raphael Holzhauser: il mancino che illumina Vienna

Nella magnifica e incantevole Vienna da qualche anno si sta facendo notare sempre di più un ragazzo di Wiener Neustadt tornato in patria dopo essersi fatto le ossa in Germania. Raphael Holzhauser incarna perfettamente l’idea classica e stereotipata dell’austriaco: alto, biondo e occhi azzurri. Già a 10 anni andò nelle giovanili del Rapid Vienna e ci restò fino a 16 anni quando, ormai prossimo al debutto in prima squadra, venne acquistato dallo Stoccarda.
Nel Baden-Würrtemberg inizia alla grande e i primi campionati nella 3.liga con la seconda squadra dei “Roten” sono da urlo, con tanto di gol da 60 metri in una sfida con il Reutlingen.

Il 21 gennaio 2012, a 18 anni e 11 mesi, arrivò il giorno tanto atteso e compì il suo debutto in Bundesliga contro lo Schalke 04. Nella stagione successiva venne impiegato spesso e volentieri e contribuì all’ottima stagione dello sua squadra con le sue prime apparizioni in Europa League dove giocò da titolare contro lo Lazio negli ottavi di finale. Quella 2013-14 poteva essere la sua stagione, ma in casa Stoccarda credevano che servisse una completa maturazione e per questo venne mandato in prestito all’Augsburg dove non riuscì ad imporsi, giocò poco e i rapporti con Markus Weintzierl si fecero sempre più tesi fino a quando venne relegato alla seconda squadra.
Furono anni duri per Holzhauser ma l’Austria non si era dimenticata di lui e allora da Vienna arrivò un’altra chiamata. Non più i verdi del Rapid come a dieci anni, bensì i viola dell’Austria che puntarono su di lui per la rinascita. Raphael tornò a respirare aria di casa e ritornò quel magnifico talento che aveva incantato durante le giovanili e nei primi tempi di Stoccarda. Holzhauser ha nel piede sinistro una facilità di calcio impressionante capace di tagliare le difese avversarie e mandare in porta i suoi compagni con lanci millimetrici di quaranta metri. Per la sua carriera fu decisivo l’arrivo nell’estate 2015 di Thorsten Fink un allenatore che stravede per lui e che da subito gli consegnò le chiavi del centrocampo viola. Il tedesco capì che da quel sinistro possono nascere non solo grandi assist ma anche grandi goal e così lo fece diventare un maestro dei calci di punizione. Alle volte viene accusato di eccessiva leziosità e forse di specchiarsi troppo nel suo riflesso, ma ai raffinati ed esteti del pallone lo si può concedere.
In una stagione difficile per l’Austria con tanti infortuni, soprattutto quello di Grünwald, ha dovuto prendersi sulle spalle la squadra e la fascia da capitano diventando così il trascinatore di un gruppo molto giovane per questa situazione. Holzhauser ha stupito anche con l’Under 21 austriaca e certamente diventerà un punto ferma della prossima nazionale di Foda. I viola stanno cercando di aprire un ciclo di vittorie e senza l’incredibile sequenza di infortuni sarebbero sicuramente a giocarsi il titolo con Sturm Graz e Red Bull Salisburgo, ma la stagione è stato fin da subito maledetta. I talenti ci sono e con un regista come il 26 di Wiener Neustadt i titoli sono destinati ad arrivare.

Francesco Domenighini

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