Se c’è una squadra che in questa inizio di stagione ha decisamente stupito insieme a Friburgo e Union Berlino, quella è senza dubbio l’Hoffenheim di Hoeneß, protagonista, nell’ultima giornata di Bundesliga, di una grande partita con lo Stoccarda. Per Rutter e compagni è stata la terza vittoria nelle ultime tre partite, a dimostrazione di un momento di forma straordinario, che ha permesso all’Hoffenheim di blindare il sesto posto.
In tutto questo, quasi nessuno aveva pensato che Hoeneß sarebbe riuscito a tirare fuori risultati di questo livello dai suoi giocatori: dopotutto, nella scorsa stagione a brillare erano stati solamente i “soliti” Kramaric, Dabbur e Baumgartner, mentre il resto della squadra non sembrava avere né il talento né l’esperienza necessari per lottare per un piazzamento europeo. Eppure, Hoeneß ha dimostrato di avere molte frecce al suo arco. Fra queste, senza dubbio, un’ispirazione tattica che affonda le proprie radici nel suo passato da allenatore delle giovanili di Bayern Monaco e Lipsia.
Nella scorsa stagione, l’allenatore classe 1982 aveva alternato con poche luci e molto ombre la difesa a 3 e quella a 4, non riuscendo a trovare stabilità solamente ad aprile con il 4-2-3-1. Dopo aver iniziato questa stagione con lo stesso modulo, Hoeneß ha deciso di ritornare alla difesa a 3 per sfruttare le caratteristiche offensive di Raum e Kaderabek: questo cambiamento ha permesso ai Kraichgauer di raccogliere risultati decisamente importanti, perdendo soltanto cinque partite dall’inizio di ottobre. Ad inizio stagione Hoeneß aveva dichiarato di voler “difendere alto e giocare un calcio emozionante” e, non a caso, al 28 febbraio l’Hoffenheim è la terza squadra del campionato tedesco per tiri effettuati (davanti ci sono solo il Bayern e il Borussia Mönchengladbach) e la prima per pali e traverse colpiti (16). Da sottolineare poi anche la statistica delle “intensive runs“, che vede l’Hoffenheim primeggiare, certificando così un’ottima preparazione atletica.
A far la differenza, però, non è sicuramente stato solo il modulo, ma anche il lavoro che l’ex tecnico delle giovanili di Bayern e Lipsia ha svolto sui suoi giocatori, in particolare su Raum, Geiger e Rutter, arrivati all’Hoffenheim per un totale di poco superiore ai 700 mila euro. Il primo, classe 1998 che prima di questa stagione non aveva mai giocato in Bundesliga, è stato fino ad ora autore di un campionato eccezionale, con 2 gol e 7 assist che lo hanno reso uno dei terzini più interessanti e prolifici della Bundesliga: benché venisse da una stagione da 15 assist in Zweite, nessuno si sarebbe mai immaginato un impatto simile nel “mondo dei grandi”. Geiger, al contrario, è un prodotto delle giovanili dell’Hoffenheim che non ha mai abbandonato “casa”: dopo averlo fatto esordire nella scorsa stagione, Hoeneß ha deciso di scommetterci concedendogli una maglia da titolare, e lui non ha deluso le aspettative, prendendo in mano le redini del centrocampo con qualità e quantità. Infine, Georginio Rutter è con pochi dubbi il giocatore più “inaspettatamente sorprendente” alla corte del giovane allenatore tedesco: pur essendo arrivato in sordina durante il mercato di gennaio dell’anno scorso, con 6 gol e 4 assist è diventato in questa stagione uno dei migliori realizzatori della squadra di Sinsheim. Rapido e brevilineo, con una tecnica non eccellente ma con tantissima forza nelle gambe e un fiuto nel gol da non sottovalutare, il francese ex Rennes ha dimostrato di avere le qualità necessarie per affermarsi nel calcio che conta.
Fra i giocatori più noti, poi, si segnalano Gregoritsch (che a fine stagione rescinderà), Hübner, Bebou e Baumgartner, con quest’ultimo che, molto probabilmente, sta giocando la sua ultima stagione con la maglia dell’Hoffenheim. A livello di numeri, infine, l’unico giocatore che si può dire abbia deluso fino ad ora è Kramaric, che con soli 4 gol non è riuscito a ripetere i numeri eccezionali delle scorse stagioni, trasformandosi però in un vero uomo squadra.
Gioco offensivo, qualità e tanto, tantissimo talento: sono queste le principali carte dell’Hoffenheim di Hoeneß, che ora proverà in tutti i modi a conquistare un posto nella prossima edizione della Champions League. L’ultimo a riuscirsi è stato un certo Julian Nagelsmann, il cui percorso, ironia della sorta, ricorda quello di Hoeneß al contrario.
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