La fascia da capitano al braccio, gli occhi lucidi che ammirano la coppa e l’abbraccio commosso al padre, accorso a Madrid per essergli accanto nel giorno più importante della sua carriera: alzare al cielo la Champions League con il Liverpool è un sogno che si avvera per Jordan Henderson, uno dei giocatori messi di più alla prova negli ultimi quattro anni.
Già, perché raccogliere da un giorno all’altro la pesantissima eredità lasciata da Steven Gerrard non era un compito semplice per nessuno, soprattutto per chi come lui non brilla certo per grinta e carattere. È così che da quel 24 maggio 2015 niente è stato più lo stesso per lui: dopo 17 stagioni con la maglia dei Reds, di cui 12 trascorse come capitano, ai tifosi non era andato giù il passaggio di testimone al suo connazionale che molti credevano non all’altezza di ricoprire il ruolo fino a quel momento affidato a uno dei più grandi centrocampisti di tutta l’Europa.
La pressione si è fatta presto sentire e le prestazioni non hanno di certo smentito le malelingue, ma nonostante tante difficoltà Henderson non ha pensato nemmeno per un secondo di abbandonare il suo Liverpool per cercare una meta dove giocare con più serenità. Mai una parola, neanche quando le partite passate in panchina cominciavano ad aumentare vertiginosamente: mentre il calciomercato portava ad Anfield i migliori talenti in circolazione, il centrocampista ha continuato a lavorare a testa bassa, provando a farsi strada in una rosa sempre più folta.
Per cambiare il corso degli eventi serviva una scossa importante, capace di mostrare a tutti i tifosi del Liverpool che Henderson era lì, pronto nonostante tutto a sacrificarsi per permettere alla sua squadra di mettere le mani sul trofeo per cui ha lavorato così tanto in questa stagione. La reazione non si è fatta assolutamente attendere: nel corso della finale il capitano dei Reds è stato uno dei migliori di tutta la partita, non tanto per il gioco espresso ma per il cuore e la grinta che finalmente è riuscito a mettere in campo in un momento così delicato.
Non avrà la classe di Gerrard, la sua precisione nei lanci lunghi e neanche il suo carisma, ma nel momento in cui ha alzato la Champions League al cielo di Madrid, Henderson è stato in grado di chiudere un cerchio durato 14 anni, diventando l’unico capitano a regalare un trofeo simile al Liverpool dopo Steve G. Certo, probabilmente non riuscirà mai a diventare il vero protagonista dei Reds come il suo predecessore, ma in una sola notte è riuscito con orgoglio a compiere la missione affidatagli da Gerrard prima del suo addio.
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