C’è stato un momento, prima di Francia-Svizzera, in cui Haris Seferovic e Antoine Griezmann hanno giocato insieme. Stagione 2013-14, alla Real Sociedad: nell’andata dei playoff estivi di Champions League quell’anno segnarono entrambi, al Lione. Lunedì scorso hanno rischiato di non incontrarsi da avversari, visto che nella gara inaugurale degli elvetici contro il Galles Seferovic non si era messo in mostra: anzi, all’84’ è stato sostituito da Mario Gavranovic e proprio quest’ultimo, campione di Croazia con la Dinamo Zagabria, a un minuto dal suo ingresso in campo aveva segnato un gol che, annullato dal Var, a molti è bastato per ritenerlo più meritevole di un posto rispetto all’ex Lecce e Fiorentina.
Gavranovic aveva segnato una tripletta al Liechtenstein, in amichevole prima dell’Europeo, mentre Seferovic è partito titolare anche contro l’Italia: netto e perentorio successo azzurro per 3-0 e nuova staffetta, ma stavolta prima, a inizio secondo tempo. Se però la Svizzera è riuscita a vincere la prima partita nella fase finale di un Europeo nella sua storia – alla quinta partecipazione, dopo tre eliminazioni ai gironi (1996, 2004 e 2008) e una più recente agli ottavi (2016, fuori ai calci di rigore contro la Polonia di Grosicki e Lewandowski) – lo deve proprio ad Haris Seferovic. Che aveva segnato già alla Turchia, nel frattempo, la 22° rete in nazionale, ma solo la seconda in una fase finale di un torneo. L’altra risale al Mondiale brasiliano, il 2-1 al 93’ contro l’Ecuador, il 15 giugno 2014. Cinque giorni dopo, all’ultima partita del girone, la Svizzera trovò la Francia e fu un’altra storia: 5-2 per gli uomini di Deschamps, con gol di Benzema che si è ripetuto lunedì con una seconda doppietta, dopo quella realizzata al Portogallo.
Oltre sette anni dopo Seferovic, che allora aveva 22 anni e oggi ne ha 29, ha aperto le marcature contro la Francia (15’) e ha ridato speranza alla Svizzera (81’) quando i campioni del mondo si erano portati in doppio vantaggio. A estendere la partita ai supplementari ci ha pensato l’ex sua controfigura, il sopracitato Gavranovic, che stavolta non ne ha preso il posto per ovvi motivi di rimonta. «Per fortuna il nostro allenatore è Petkovic e nessun altro – ha commentato ironico Seferovic, la cui fiducia accordata si può dire abbia portato frutto – ora vorrei incontrare il Belgio, ho dei bei ricordi», in riferimento a una tripletta, la sua unica in nazionale, realizzata nel novembre 2018 in Nations League.
Se anagrammi Seferovic, trovi quasi il suo soprannome, esferovite, lemma che in portoghese indica il polistirolo e anche il poliuretano espanso, ovvero la trama cellulare che forse costituisce il materasso sul quale tu dormi la notte. In un’intervista al quotidiano svizzero Basler Zeitung, Seferovic si è però detto dubbioso: «Non so cosa significhi, il mio insegnante di portoghese dice significhi “polistirolo”». Quando è arrivato a Lisbona, nel 2017/18, Seferovic è quasi sempre rimasto in panchina, visto il 4-3-3 di Rui Vitoria che contemplava una sola punta e la titolarità di Jonas, 37 gol quell’anno – la riserva, Raul Jimenez, ne segnò 8. Terminata la stagione e iniziata la preparazione alla successiva, un giornalista fuori dal campo d’allenamento del Benfica ha chiesto ai tifosi le opinioni in vista del campionato venturo: un tifoso ha parlato di Seferovic col termine “polistirolo”, alludendo a una possibile cessione. E invece, per magia, con Bruno Lage e il 4-4-2, lo svizzero è rinato: 23 gol nel 2018/19, sua miglior stagione di sempre, trionfi in campionato e Supercoppa di Portogallo. Più di una volta ha giocato assieme a Jonas, mentre l’esterno destro di centrocampo era… João Félix. La mossa ha pagato: così l’uomo di polistirolo è diventato un killer.
Per capirci, nella stagione appena conclusa, Haris Seferovic di gol ne ha segnati 22. Svizzero di origine paterna bosniaca, è arrivato a Lisbona dall’Eintracht Francoforte, che a sua volta lo acquistò dalla Real Sociedad (dove giocò con Griezmann), che a sua volta è stata la destinazione di una carriera, quella di Seferovic, partita in Svizzera nel Grassopphers nel 2008 – alla fine della sua prima stagione da professionista è stato nominato miglior giovane del campionato svizzero – e forse rallentata dai tre anni italiani. Dal 2010, quando è approdato alla Fiorentina – 6 gol al primo anno in viola, nel campionato Primavera, poi prestiti in Svizzera al Neuchâtel Xamax e al Lecce – fino al 2012/13, quando Seferovic ha segnato 10 gol in Serie B col Novara. Le reti più importanti della sua carriera risalgono a lunedì scorso, alla Francia, e ne sovrascrivono uno realizzato sempre in Nazionale ma il 15 novembre 2009, in Nigeria: l’1-0 valso la vittoria elvetica del Mondiale U19, con Xhaka, Ricardo Rodriguez – autore del rigore sbagliato contro la Francia – e Kasami in campo.