Haiti è tornato tra le grandi del Nord America e questa Gold Cup ha permesso di regalare momenti di gioia a un popolo devastato da povertà e disastri climatici. Contro il Messico la squadra ha giocato bene e ha ceduto il passo ai favoritissimi avversari solo ai tempi supplementari e con un rigore trasformato da Jiménez, ma la traversa all’ultimo minuto di Cantave lascia grandi rammarici. “Les Grenadiers” non arrivavano tra le prime quattro dal lontano 1977, ma da quando il più importante trofeo nordamericano ha assunto le sembianze del torneo e non del campionato è la prima semifinale di sempre. E furono proprio gli anni ’70 il momento di massimo splendore calcistico per questa isola nei Caraibi che ottenne l’unico trionfo continentale nel 1973 e soprattutto l’anno dopo si tolse il più grande sfizio da quando è nata la nazionale.
Nel 1974 Haiti disputò il suo primo, e per ora unico, Mondiale della sua storia. I caraibici furono inseriti in un girone di ferro con Polonia, Argentina e soprattutto l’Italia, vice campione in carica e con una leggenda in porta. Dino Zoff, infatti, non subiva gol in competizioni internazionali dal 1972 quando gli Azzurri sconfissero la Jugoslavia per 3-1. Erano passati 1096 minuti dall’ultimo gol subito dal campione friulano con la maglia della Nazionale e la prima partita con Haiti sembrava una semplice formalità per la banda di Valcareggi.
Le migliori squadre europee non erano riuscite a segnare a Zoff, perché avrebbero dovuto farcela degli sconosciuti, arrivati al Mondiale quasi come mascotte assieme allo Zaire?
A inizio ripresa accadde quello che nessuno si aspettava. Il centravanti haitiano Sanon bruciò sulla scatto Spinosi e, con grande freddezza, segnò a Zoff il gol dell’insperato 1-0 ponendo fine al suo record.
L’onorevole sconfitta per 3-1 forse abbassò la concentrazione e con la Polonia arrivò un umiliante 7-0, ma contro l’Argentina Sanon tornò a far parlare di sé. I sudamericani dovevano vincere con tre gol di scarto e sperare in una sconfitta dell’Italia per passare il turno e sul 3-0 per l’Albiceleste fu ancora il centravanti haitiano a colpire con un gran sinistro all’incrocio dei pali segnando così le uniche due reti di Haiti nella storia dei Mondiali.
Questi gol gli cambiarono la carriera facendolo passare dal Don Bosco, squadra del campionato haitiano, al Beerschot, col quale nel ’79 vinse una Coppa di Belgio. Gli ultimi anni di carriera furono tra Miami e San Diego prima del suo ritiro nel 1986 a causa di un grave infortunio.
Fu una vera e proprio leggenda del calcio centronordamericano, divenne anche cittadino onorario di Miami e ottenne una laurea honoris causa. Morì giovane, a soli 56 anni a Orlando nel febbraio 2008 e da allora il Don Bosco ritirò la sua maglia numero 10.
Bastano pochi gol nei momenti giusti per entrare nella storia e Emmanuel Sanon sarà per sempre ricordato come colui che riuscì a segnare a Zoff dopo due anni di imbattibilità.
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