Il Calcio è uno sport pieno di ostacoli, un ambiente in cui per affermarsi a certi livelli, devi faticare e rimanere sempre “sul pezzo”. Ilkay Gundogan è un giocatore che questi ostacoli li ha scavalcati tutti, raggiungendo un livello altissimo a soli 22 anni. Quando però il destino decide di remarti contro, non c’è nulla da fare se non accettarlo e rialzarsi con più convinzione dopo ogni caduta. E Gundogan di cadute ne ha sofferte tante, l’ultima nel match Manchester-City Watford della scorsa settimana, in cui il ginocchio destro del numero 8 si è girato in modo innaturale: rottura del legamento crociata e stagione finita per lui!
A prelevarlo nel 2011 dal Norimberga e ad affidargli la maglia giallonera del Borussia Dortmund è stato il maestro Jurgen Klopp. Ilkay Gundogan, pagato a quel tempo solo 4 milioni di euro, ha avuto il privilegio di apprendere da uno dei migliori e se è diventato un centrocampista di fama internazionale, deve molto all’allenatore tedesco che ha creduto in lui fin da giovanissimo.
Gundogan è un tedesco con genitori turchi, un classe ’90 che nel 2012, all’età di 22 anni, avendo già Dortmund ai suoi piedi, era finito sul taccuino dei top club europei. In giallonero ha conquistato una Bundesliga, una Coppa di Germania e due Supercoppe. Nella stagione 2012-2013, senza dubbio la migliore per Gundogan e compagni, il Dortmund ha sfiorato la vittoria della Champions League, perdendo in finale contro i rivali del Bayern Monaco per 2-1 (rete proprio di Gundogan su rigore). Dopo quella tragica finale, che avrebbe potuto regalare la gloria ai tifosi gialloneri, ha inizio la fase più drammatica della carriera del tedesco.
Nell’Agosto del 2013, durante un’amichevole internazionale con il Paraguay, poco dopo aver segnato un gol di pregevole fattura, Gundogan si fa male. Il tedesco, nel momento migliore della sua carriera è costretto a fermarsi per più di un anno, a causa di una distorsione della spina dorsale rimediata in quella maledetta amichevole del 14 agosto 2013. 14 mesi, 414 giorni senza partite ufficiali interrompono la fase di crescita di uno di quei calciatori, che senza infortuni, sarebbe potuto essere uno dei migliori 5 centrocampisti al mondo!
Circa due anni fa il tedesco calcava nuovamente i campi da gioco, e solo lo scorso anno è riuscito a ritrovare una condizione accettabile che lo ha riportato ai suoi livelli. Gundogan, con Tuchel, ha ritrovato quella classe, quella fiducia nei mezzi che gli permettono di affrontare le situazioni di gioco più complesse con eleganza e lucidità, ma che gli hanno permesso soprattutto di ottenere la stima e la chiamata di Guardiola al Manchester City.
Trasferitosi in estate a Manchester per una cifra che si avvicinava ai 30 milioni di euro, Gundogan appariva ai più come un’incognita. E’ arrivato infatti alla corte di Guardiola con un mese di ritardo a causa di una dislocazione della rotula che lo ha tenuto lontano dal campo per 133 giorni. I tifosi del City, dapprima impauriti da questo eccessivo investimento per lui, si sono subito dovuti ricredere.
Esordio con gol per Gundogan, che dopo aver saltato le prime 4 di Premier, ha preso in mano il centrocampo dei Citizens con la personalità di un vero campione. Le doppiette contro WBA e Barça sono solo gli acuti delle prestazioni in crescendo del tedesco, che sarebbe stato un elemento fondamentale per il City di Pep. Questo infortunio lo terrà lontano dai campi fino a Maggio/Giugno e contribuirà ad incrementare i giorni in cui Gundogan è stato assente per infortunio: più di 700, cioè due anni della sua vita.
Oggi, va di moda parlare di “centrocampista moderno”, ovvero un centrocampista veloce di pensiero, capace di fare bene entrambe le fasi e forte fisicamente. A mio parere Ilkay Gundogan lo era già 3-4 anni fa, quando con la sua eleganza smistava palloni indifferentemente con il destro o con il sinistro e allo stesso tempo svolgeva un grande filtro in mediana. Se non fosse stato per quell’infortunio probabilmente lo avremmo visto vestire maglie come quelle del Real o del Barça e giocare con centrocampisti come Kroos e Modric o Iniesta e Rakitic, dal cui livello non è molto lontano.
Nell’augurargli un pronto recupero lo omaggiamo con questo suo gol realizzato nella finale di Supercoppa contro il Bayern!
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