L’ultimo atto della scorsa edizione era stato uno dei più incredibili e spettacolari di sempre, con la vittoria del Flamengo in rimonta nel finale sul River Plate. Tre mesi dopo la Copa Libertadores torna di scena per la sua fase a gironi: completata la fase preliminare, è il momento di conoscere le 32 squadre che formano questa fase a gruppi. Scopriamole partendo dai primi quattro gironi del tabellone.
Dopo il trionfo dell’anno passato, il Flamengo si ripresenta come grande favorita per la nuova edizione. La pausa estiva non ha minimamente scalfito le certezze della squadra, che si è ulteriormente rinforzata sul mercato con diversi acquisti di spessore: i difensori Léo Pereira (dall’Athletico Paranaense) e Gustavo Henrique (dal Santos), il centrocampista Thiago Maia (dal Lille), gli esterni Michael Delgado (grande rivelazione del 2019 col Goiás) e Pedro Rocha (dallo Spartak Mosca) e l’attaccante Pedro, voglioso di riscatto dopo la triste parentesi fiorentina.
Nel primo mese della nuova stagione il Flamengo ha già conquistato tre trofei: prima la Supercopa do Brasil rifilando un 3-0 all’Athletico Paranaense, poi la Taça Guanabara (prima fase del Campeonato Carioca) e settimana scorsa la Recopa Sudamericana, grazie a un altro 3-0, stavolta contro l’Independiente del Valle che però nella partita di andata (giocata nello stadio casalingo di Sangolqui, a 2500 m di altura) era riuscito a strappare un pareggio.
Dietro la corazzata di Jorge Jesus c’è grande equilibrio, ma forse proprio gli ecuadoriani partono come seconda forza del girone: negli ultimi anni, forti di strutture sportive all’avanguardia, si sono spesso rivelati tra le squadre più interessanti del Sudamerica. L’allenatore è lo spagnolo Miguel Ángel Ramírez, che, dopo aver iniziato la carriera in panchina a 19 anni nelle giovanili del Las Palmas, è stato in Grecia (AEK Atene, Olympiakos e Panathinaikos) prima di trascorrere 6 anni nella celebre Aspire Academy del Qatar; nel 2018 è approdato all’Independiente del Valle, prima come direttore del settore giovanile e poi, dalla scorsa stagione, come tecnico della prima squadra, che ha brillantemente condotto alla vittoria della Copa Sudamericana.
Dato che il sorteggio è stato effettuato prima che iniziassero i playoff, era possibile che squadre connazionali finissero nello stesso girone: ecco perché vedremo già al primo turno il derby ecuadoriano tra l’Independiente stesso e il Barcelona di Guayaquil, che è partito dal primo turno battendo con autorevolezza Club Atlético Progreso, Sporting Cristal e Cerro Porteño con 15 gol segnati in 6 partite, 8 dei quali portano la firma di Fidel Martínez, che insieme all’omonimo Emmanuel costituisce una vivace coppia di esterni d’attacco, cui ben si abbina il flemmatico numero 10 argentino 33enne Damián Díaz, mago dei filtranti.
Anche l’Atlético Junior di Barranquilla è pronto a giocarsi le sue carte, forte di un attacco pesante composto da Miguel Borja (rivitalizzato dal ritorno in patria dopo essere scivolato ai margini del Palmeiras) e Teófilo Gutiérrez, che a quasi 35 anni ha ancora qualche cartuccia da sparare. Merita una menzione il portiere uruguaiano Sebastián Viera, che dopo le parentesi con Villarreal e Larissa ha deciso nell’ormai lontano 2011 di tentare l’avventura in Colombia, diventando una leggenda del club con cui è arrivato a 473 presenze (togliendosi anche lo sfizio di realizzare 7 calci di rigore).
Il Palmeiras, dopo un’annata chiusa in chiaroscuro con l’esonero di Felipão Scolari e il subentro di Mano Menezes, ha deciso di puntare ancora sull’esperienza con Vanderlei Luxemburgo. I risultati poco brillanti che ha collezionato nell’ultimo decennio sembravano precludergli la possibilità nuovamente una squadra di vertice, ma dopo aver condotto il Vasco da Gama a una salvezza tranquilla è arrivata la chiamata del Verdão, frustrato dalle richieste economiche della prima scelta, Jorge Sampaoli.
Le prime uscite nel Campeonato Paulista hanno certificato la solidità della fase difensiva (con Felipe Melo spostato dietro a far coppia con Gustavo Gómez) ma anche la scarsa brillantezza delle trame offensive, troppo dipendenti dalla vena del brevilineo esterno Dudu; sull’altra fascia potrebbero alternarsi il 33enne Willian “Bigode”, elemento di buona costanza ma senza grandi picchi di rendimento, il 17enne Gabriel Veron, stella dell’ultimo Mondiale U20 con i suoi dribbling ad altissima velocità, e Rony, appena arrivato dall’Athletico Paranaense dove l’anno scorso ha relizzato 6 gol e 8 assist nel Brasileirão.
Davanti Luiz Adriano è in fase calante ma sa ancora rendersi utile, mentre in mezzo al campo il leader è l’ex-Palermo Bruno Henrique, che abbina fisico e tecnica come pochi altri nel contesto sudamericano.
Per quanto riguarda le avversarie, sulla carta questo sembra il girone meno competitivo della Copa Libertadores:
– Il Tigre partecipa in quanto vincitore della Copa de la Superliga ma è retrocesso in Primera Nacional (la seconda divisione), in cui si trova al quinto posto. Il centravanti è Marcelo Larrondo, mai troppo convincente nei 7 anni trascorsi tra Siena, Fiorentina e Torino.
– Il Bolívar di La Paz, che ha vinto il campionato nazionale di Apertura 2019, schiera in attacco la leggenda locale Juan Carlos Arce e i 3600 m di altura cui si trova l’Estadio Hernando Siles renderanno come sempre ostica la trasferta. La FIFA per regolamento avrebbe fissato un limite a 3000 m, ma alle squadre boliviane è stato concesso uno speciale permesso per poter giocare nei propri impianti.
– Il Club Guaraní ha eliminato a sorpresa il Corinthians nei playoff e si candida per un ruolo da sorpresa: l’esperienza davanti non manca con Fernando Fernández e Raúl Bobadilla, vecchia conoscenza dell’Europa League che ha vestito diverse maglie tra Svizzera e Germania. Da tenere d’occhio a centrocampo il 22enne Jorge Morel, volante intenso e dinamico che ama pressare in avanti ed è capace anche di rendersi pericoloso in inserimento o in mischia sui calci piazzati.
Dopo la netta sconfitta rimediata in Supercopa, l’Athletico Paranaense ha cercato di mettere qualche pezza alla sua rosa, che però non sembra in grado di proseguire sull’onda delle ultime due stagioni, in cui ha conquistato Copa Sudamericana e Copa do Brasil.
Dopo aver perso Renan Lodi a metà dell’anno scorso, nell’ultima sessione di mercato se n’è andato il faro della squadra, quel Bruno Guimarães che già sta facendo innamorare i tifosi dell’Olympique di Lione, oltre ad altri titolari come l’attaccante Marcelo Cirino (direzione Cina), il centrale Léo Pereira (al Flamengo) e l’esterno Rony (al Palmeiras).
I rinforzi principali sono stati l’attempato terzino Adriano (ex-Barça, dal Beşiktaş), i centrocampisti offensivi Carlos Eduardo (dal Palmeiras) e Marquinhos Gabriel (dal Cruzeiro), il difensore centrale Pedro Henrique (dal Corinthians), il fantasista Fernando Canesin (rientrato dopo un decennio in Belgio) e il promettente Abner, terzino sinistro di gamba e buon piede che ha ben impressionato nelle prime uscite, ma è arrivato dalla Série B (dove giocava nella Ponte Preta). Il potenziale per fare bene in Copa Libertadores insomma non manca, ma l’impressione è che servirà del tempo per trovare i giusti equilibri.
Non se la passa meglio però il Colo Colo, che ha iniziato malissimo il campionato, con 4 punti in 6 partite. Molto potrebbe dipendere dalla vena del centravanti argentino Nicolás Blandi, che a 30 anni ha deciso di lasciare il San Lorenzo (con cui ha segnato 64 gol in 162 partite), mentre il nome di culto è Mati Fernández, tornato a casa dopo 13 anni: i problemi fisici sono da sempre il suo più grande limite e gli anni sono quasi 34, ma la speranza è che riesca a regalarci ancora qualche lampo della sua classe.
Il Club Jorge Wilstermann di Cochabamba è stato campione nazionale di Clausura nel 2019 e, come tutte le squadre boliviane, ha il proprio primo alleato nello stadio di casa, anche se il Félix Capriles si trova a “soli” 2580 metri di altura.
Il Peñarol allenato da Diego Forlán è un interessante mix di esperienza e gioventù: a leggende locali come Walter Gargano e Fabián Estoyanoff e Cristian “Cebolla” Rodríguez si affiancano la guizzante ala Facundo Pellistri (già titolare a 18 anni appena compiuti) e il centrocampista 21enne Matías De Los Santos, centrocampista moderno che abbina la tradizionale garra a una buona visione di gioco e capacità di calcio.
Per non farsi mancare niente è tornato per la quarta volta in prestito il girovago Jonathan Urretaviscaya, che però purtroppo si è subito rotto il legamento crociato, mentre il nome che non ti aspetti è quello del maiorchino Xisco, che a 33 anni ha deciso di provare un’esperienza nuova dopo un’onesta carriera spesa soprattutto nella bassa Liga.
La grande favorita del girone è naturalmente il River Plate: i Millonarios sono vicinissimi a vincere il campionato argentino, di fatto l’unico torneo (Mondiale escluso) che manca a Gallardo nella sua storica gestione. Sulla carta sono ancora loro i principali avversari del Flamengo, merito della grande sapienza del Muñeco nel gestire le partite a eliminazione diretta. L’affidabilità di due top assoluti nel ruolo come Armani in porta e Martínez Quarta in difesa garantiscono solidità difensiva, mentre la permanenza di Nacho Fernández, l’equilibratore perfetto della squadra, assicura la connessione tra il centrocampo e un attacco che è molto affollato. Infatti dopo aver ritrovato Scocco a certi livelli, Santos Borré, Matías Suárez e Lucas Pratto si ritrovano grande concorrenza nel reparto
Il San Paolo per livello della rosa e blasone parte come seconda forza del gruppo, ma il tecnico Fernando Diniz, insediatosi a settembre, ha sempre dimostrato di aver bisogno di tempo per implementare i suoi princìpi. Discepolo del gioco di posizione, Diniz è riuscito solo in alcuni momenti della propria carriera a trovare il necessario equilibrio tra le diverse fasi di gioco: il possesso palla risulta spesso sterile e la difesa alta ha frequentemente esposto la squadra ai contropiedi avversari.
In questo inizio di stagione il Tricolor ha alternato 4-3-3 e 4-2-3-1, ruotando parecchio i giocatori offensivi alla ricerca dell’assetto migliore. Diniz ha sempre dimostrato di credere molto nel talento sfiorito di Alexandre Pato, che però ha finora risposto con un rendimento incostante, anche se dopo sei partite a secco ha segnato tre volte nelle ultime due del Paulista.
Dani Alves ha iniziato alla grande e sembra molto a suo agio in mezzo al campo, mentre a Hernanes vengono spesso preferiti Tchê Tchê e il classe ‘99 Igor Gomes, gioiellino che a tratti ricorda il giovane Kaká per la capacità di conduzione in velocità, visione di gioco e facilità di calcio.
Nella fase a gironi vedremo all’opera anche l’esterno mancino Antony, che a giugno passerà all’Ajax per una cifra vicina ai 20 milioni di euro: è rapido e salta l’uomo con discreta facilità, ma ancora molto acerbo nel prendere le decisioni e spesso si intestardisce in soluzioni personali poco efficaci. In difesa l’ecuadoriano Arboleda ha ottime doti fisiche ma commette qualche ingenuità di troppo, mentre sulla destra c’è l’esperto Juanfran, alle cui spalle scalpita il classe ‘97 Igor Vinícius, che già l’anno scorso ha dimostrato di avere gamba, personalità e buona tecnica.
Sarebbe un errore sottovalutare la LDU de Quito, che l’anno scorso è arrivata fino ai quarti per poi complicarsi la vita con due espulsioni a metà della partita di andata contro il Boca. Anche per loro l’altura dello stadio di casa (2700 m) sarà un alleato prezioso, mentre i giocatori più rappresentativi sono l’attaccante uruguaiano Rodrigo Aguirre (passato senza troppe fortune per Udinese, Empoli e Perugia) e Junior Sornoza, centrocampista offensivo prelevato in prestito dal Corinthians, oltre al capitano Antonio Valencia, che non ha bisogno di presentazioni con le sue 99 presenze in nazionale e 326 col Manchester United.
C’è curiosità per l’esordio nella competizione del Deportivo Binacional di Juliaca, squadra peruviana nata nel 2010, che deve il suo nome alla vicinanza con il confine boliviano. Dopo aver scalato rapidamente le divisioni inferiori, nel 2019 la squadra ha vinto il campionato nazionale, trascinata dai 23 gol dell’attaccante 33enne Donald Millán che si è poi trasferito all’Universitario. I giocatori più interessanti sono il numero 10 Andy Polar (8 gol e 8 assist nell’ultima Liga 1) e l’attaccante Marco Aldair Rodríguez, giocatore molto diretto che spesso parte largo a sinistra ma sa rendersi pericoloso sotto porta (già 4 gol nelle prime 4 di campionato).
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