Stadio: Arena Corinthians (45.000 posti)
Città: San Paolo
Miglior piazzamento: Campione (7)
Nel 2019: 8°
Competizione continentale: Copa Libertadores (eliminato nella seconda fase)
LA SQUADRA
Il Corinthians si è presentato nel 2020 con un cambio di guida tecnico che prende le distanze dalla filosofia vincente degli ultimi anni; nonostante l’ingaggio di Tiago Nunes rappresenti in un certo senso una scelta di rottura rispetto alla recente identità corint iana, i tifosi hanno accolto con favore l’arrivo del nuovo allenatore, che viene da un ottimo lavoro con l’Athletico Paranaense, suggellato dalla vittoria della prima Copa do Brasil nella storia del Furacão.
I primi mesi del Corinthians però non sono stati entusiasmanti, tra l’eliminazione nei preliminari di Libertadores per mano del Guaraní e prestazioni poco convincenti nel campionato Paulista, ma è già possibile evidenziarne i principi di gioco e anche alcuni punti deboli, in parte dovuti al difficile adattamento del nuovo sistema di gioco rispetto alle caratteristiche dei giocatori in rosa.
Senza gerarchie ancora ben definite, Nunes sembra aver optato in modo deciso per un 4-2-3-1 di possesso, in cui è fondamentale avere difensori in grado di effettuare passaggi non banali per far uscire il pallone in modo pulito da dietro; così si interpreta la trasformazione del terzino sinistro Danilo Avelar in un centrale, supportata da un fisico importante che lo ha reso il laterale basso con più duelli aerei vinti nel 2019.
Al suo fianco l’esperto e roccioso Gil è una certezza, mentre ai loro lati ci saranno due giocatori a loro agio col pallone come il giovane Carlos Augusto (alle cui spalle scalpita Lucas Piton) e il 31enne Fágner, secondo miglior terzino per passaggi-chiave nel 2019 dietro Marcos Rocha del Palmeiras. Nessun dubbio tra i pali dove giocherà il capitano e leggenda del Corinthians Cássio.
I mediani Camacho e Cantillo si completano a vicenda: il primo è più statico e difensivo, mentre il colombiano, arrivato dall’Atlético Junior di Barranquilla, è fondamentale nel velocizzare la circolazione con passaggi precisi per trovare rapidamente uno dei trequartisti, tipicamente Luan.
L’ex Grêmio è stato il grande colpo estivo e da lui ci si aspetta molto dopo un paio di stagioni opache; al suo fianco Ramiro è un giocatore più di equilibrio, mentre almeno uno tra Everaldo, Yony González e Janderson dovrà fornire velocità e dribbling.
Davanti c’è stato il grande ritorno di Jô: attualmente è fermo per un infortunio al ginocchio, ma a 33 anni se sta bene può ancora fornire un contributo importante non solo in termini di gol ma anche di partecipazione alla manovra grazie a un mix non comune di doti fisiche e tecniche.
Quando rientrerà dovrà giocarsi una maglia con un’altra vecchia volpe come Mauro Boselli, che l’anno scorso ha dimostrato di vedere ancora la porta con 7 gol in 22 presenze.
Alle spalle dei titolari ci sono alcuni giocatori con del potenziale inespresso che Nunes dovrà essere bravo a valorizzare: anzitutto Mateus Vital, 22enne centrocampista già accostato alla Roma, che ha un gran controllo di palla ma è un po’ leggerino e poco concreto; poi Ángelo Araos, trequartista cileno classe ‘97 che non ha mai trovato continuità dopo i promettenti inizi con la U de Chile, interessante back-up di Luan; in difesa occhio a Bruno Méndez, centrale uruguayano di 20 anni che l’anno scorso ha trovato poco spazio.
L’obiettivo minimo del Timão deve essere la qualificazione diretta alla Libertadores, ma la scorsa stagione è stata però troppo anonima e il deciso cambio di rotta dovrà essere sostenuto anche a fronte di risultati inizialmente deludenti.
L’UOMO-CHIAVE
La carriera di Luan, negli ultimi due anni, ha preso una piega inaspettata: grande protagonista nel trionfo olimpico nel 2016 e premiato come miglior giocatore nella Libertadores vinta nel 2017, a 24 anni sembrava sul punto di salpare verso l’Europa per consacrarsi ai massimi livelli.
E invece no: rimasto al Grêmio forse un po’ controvoglia, ha gradualmente perso il posto da titolare, e la sua stella si è eclissata dietro l’ascesa di Éverton.
Tra infortuni, conflitti con Renato e accuse di scarso impegno, era ormai evidente da tempo che fosse arrivato il momento di lasciare Porto Alegre, ma Luan ha comunque deciso di rinunciare (forse per sempre) all’Europa, accettando l’ambizioso progetto del Corinthians di Tiago Nunes.
L’inizio di stagione della squadra come detto non è stato molto brillante, ma si è già visto come Luan rappresenti un ingranaggio fondamentale nelle idee dell’allenatore.
Partendo da trequartista, deve essere sempre nel vivo del gioco, smarcandosi tra le linee per fungere da enganche quando il pallone è in possesso di difensori e mediani.
Per quanto il suo rendimento complessivo non sia stato dei migliori, nelle ultime tre stagioni ha sempre guidato la classifica degli assist nella sua squadra, e anche nel Paulistão ha viaggiato a più di 2 passaggi-chiave a partita.
Per sfruttare la sua creatività (e anche la sua capacità realizzativa, che non è mai venuta meno) sarà decisiva l’intesa con il centravanti, analogamente a quanto accadde nel magico 2017 con Lucas Barrios: le caratteristiche di Jô, sperando rientri presto, sembrano ideali.
IL POTENZIALE CRAQUE
Con l’accentramento di Danilo Avelar si è liberato un posto a sinistra, e mentre inizialmente sembrava che dovesse occuparlo Sidcley, a causa del suo cattivo stato di forma a contenderselo potrebbero essere i due giovani Carlos Augusto e Lucas Piton, rispettivamente classe ‘99 e 2000.
Entrambi hanno ben figurato, ma Augusto in particolare è sembrato già pronto per fare il titolare, anche se le voci di mercato lo vorrebbero in partenza verso il Monza, che sarebbe vicino a un accordo per 3,7 milioni di euro più il 50% della prossima rivendita, nonostante si parli di altre squadra interessate tra cui Genoa, Torino, Fiorentina e Inter.
Si tratta di un giocatore completo, che in fase difensiva è aggressivo nel rompere la linea per uscire in anticipo – come testimoniato dal buon numero di intercetti (4,7 per 90’) – ed è forte di testa, essendo stato il secondo miglior terzino per duelli aerei vinti dietro proprio al compagno Avelar, il che lo rende molto utile anche sui calci piazzati, a favore o contro.
In fase offensiva sa rendersi utile in costruzione grazie a un sinistro ben educato, e si avvale di buone doti atletiche per spingersi spesso in avanti, dove cerca relativamente spesso il dribbling (2,7 volte per 90’) con una buona percentuale di riuscita (59%), ma può migliorare per efficacia nell’ultimo terzo, dato che raramente riesce a mandare i compagni al tiro.
In un ruolo dove in molti Paesi scarseggiano giocatori di alto livello, la scuola brasiliana continua a confermarsi la migliore.
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