Atlético Goianiense
Città: Goiânia (GO)
Stadio: Antônio Accioly (12.500 posti)
Miglior piazzamento nella storia: 6°
Nel 2019: 4° in Série B
LA SQUADRA
Non si prospetta una stagione facile per la squadra storicamente più popolare di Goiânia, capitale dello stato del Goiás (dal quale prendono il nome i più quotati rivali cittadini).
I rossoneri, freschi di rinnovo del logo, hanno la rosa meno preziosa (dati Transfermarkt) e il fatturato di gran lunga più basso del campionato. Non è rimasto molto della squadra che l’anno scorso ha conquistato la promozione all’ultima giornata, approfittando della clamorosa sconfitta interna dell’América-MG contro il già retrocesso São Bento.
Diversi elementi-chiave erano in prestito o in scadenza di contratto: l’esterno mancino Mike, miglior marcatore (12) e assistman (6) se n’è andato proprio al Goiás, e davanti mancherà il centravanti Pedro Raúl, trasferitosi al Botafogo, che pur non essendo un grande goleador era prezioso per risalire velocemente il campo grazie al suo fisico possente abbinato a una buona tecnica.
L’anno scorso la squadra è stata guidata fino a metà ottobre da Wagner Lopes, poi sostituito da Eduardo Barroca che all’inizio del nuovo anno si è però trasferito al Coritiba, altra neopromossa.
Quest’anno, in tipico stile brasiliano, è iniziato con un ribaltone dopo l’altro: in pieno lockdown è stato ingaggiato il 53enne Vágner Mancini, il quale ha preso il posto del dimissionario Eduardo Sousa, che a sua volta aveva sostituito Cristóvão Borges, assunto a gennaio e licenziato dopo un mese per divergenze con la società circa i suoi “metodi di lavoro”.
Mancini l’anno scorso aveva iniziato la stagione come assistente di André Jardine al San Paolo, ma dopo 4 giornate aveva assunto il comando ad interim conducendo la squadra fino alla finale del Paulista, persa contro il Corinthians. Con l’arrivo di Cuca si era svincolato, per poi concludere la stagione sulla panchina dell’Atlético Mineiro dove è riuscito a frenare una crisi che aveva portato il Galo molto vicino alle zone calde.
Nonostante tutto, l’inizio di stagione nel campionato Goiano è stato promettente: al momento si trovano al primo posto nel girone a 12 squadre, con 23 gol segnati e soli 3 subiti in 10 partite.
Finora si è vista una squadra piuttosto diretta, che come l’anno scorso ha puntato più sulle transizioni che sul possesso palla, grazie soprattutto all’efficacia del proprio pressing offensivo.
La modestia delle avversarie non consente di trarre indicazioni troppo robuste, ma l’arrivo di giocatori rapidi come Gustavo Ferrareis e Renato Kayzer in attacco sembra confermare l’idea di gioco vista finora.
Sarà però dura salvarsi per una società che al momento non ha speso nulla sul mercato, costruendo la rosa esclusivamente con prestiti e svincolati.
Rispetto alla scorsa stagione è rimasta quasi invariata soltanto la linea difensiva, a parte il terzino destro Jonathan Lemos che ha disputato il Paulista con l’Esporte Clube Água Santa ma ha dichiarato che sarebbe felicissimo di vestire la maglia del Dragão anche in Série A: si tratterebbe di un ritorno molto importante per costanza e abilità nelle due fasi.
Negli altri ruoli c’è stato un rimescolamento tale per cui è difficile anche prevedere chi saranno i titolari, anche se sembra difficile rinunciare alla fantasia di almeno uno tra Matheuzinho (8 gol e 7 assist nel 2019) e Jorginho a centrocampo.
L’UOMO-CHIAVE
Nativo proprio di Goiânia, Jorginho è cresciuto nel Vila Nova, la terza squadra della città, ma a 29 anni è ormai una bandiera dell’Atlético, con cui si appresta a disputare la settima stagione.
Nel mezzo ha vissuto un paio di esperienze esotiche: qualche mese al Seongnam, in Corea del Sud, nel 2015, e un anno e mezzo in Arabia Saudita, con l’Al Qadisiyah, nel 2018.
Maglia numero 10, Jorginho è un trequartista classico, il cui passo compassato è forse la ragione principale per cui in carriera ha disputato il Brasileirão una sola volta, nel 2017, chiudendo all’ultimo posto.
In quella stagione furono solo 3 gol e 3 assist, esattamente come l’anno scorso in cadetteria, ma le statistiche sugli expected goals (7) lasciano intravedere qualche margine di miglioramento.
In carriera comunque non è mai stato un gran realizzatore – se non agli esordi, quando segnò 12 gol nelle sue prime 19 gare in Série B – mentre non sono mai mancati i cartellini, che l’anno scorso sono stati 6: a dispetto della corporatura esile partecipa con aggressività alla fase difensiva, fornendo un prezioso contributo soprattutto nel recupero del pallone in zone alte.
IL POTENZIALE CRAQUE
In una squadra piena di nuovi elementi e di incognite, suscita particolare curiosità il 22enne boliviano Henry Vaca: trequartista mancino, brevilineo (è alto 1,67) dal fisico compatto, aveva brillato al Sudamericano sub-17 del 2015, ma nonostante un buon rendimento negli anni è stato progressivamente oscurato – sia nel The Strongest sia in Nazionale – dall’ascesa dell’omonimo Ramiro, di un anno più giovane.
Dopo la cocente esclusione dai convocati per l’ultima Copa América, il prestito all’Universitario di Lima non ha dato le risposte sperate, e la carriera dell’ennesimo “nuovo Messi” rischia già di precipitare nella mediocrità.
Non sarà semplice imporsi fin dall’inizio ma chissà che l’Atlético Goianiense non sia il contesto giusto per rilanciarsi: una squadra rivoluzionata dal mercato e piena di scommesse, dove le gerarchie non sembrano così solide.
Non ha mai segnato molto (il suo record è 5 reti), ma potrebbe essere di buon auspicio la somiglianza – non soltanto estetica – con Yeferson Soteldo, con cui condivide baricentro basso, esplosività nel dribbling (in Bolivia ne effettuava quasi 10 ogni 90’) e una capacità nel mandare in porta i compagni (è sempre stato sopra i 2 passaggi-chiave per 90’) che potrebbe ben abbinarsi alla velocità degli attaccanti.
Matthias Galbiati