Il Manchester City non è più la forza quasi soprannaturale di appena pochi mesi fa: quarta sconfitta consecutiva in Premier League per la prima volta sotto la guida di Pep Guardiola, che dopo il 2-0 maturato in trasferta contro il Liverpool si è messo in discussione. “Forse merito di essere licenziato”.
Guardiola e l’esonero: fra orgoglio e realismo
Pep Guardiola ondeggia fra orgoglio e realismo. Durante il match ha risposto ai tifosi del Liverpool che gli “preannunciavano” l’esonero mostrando sei dita, quante le Premier che ha vinto al City. Curiosamente sono anche le partite che ha perso nelle ultime sette uscite. E il tecnico spagnolo, attentissimo ai numeri, ne è consapevole. E a fine partita, deposto l’orgoglio, le sue parole hanno lasciato poco spazio alle interpretazioni. “Forse merito di essere licenziato. Forse sono ancora al lavoro perché abbiamo vinto sei Premier League e tanti altri titoli”. Frasi abbastanza pesanti, anche di fronte al come sono maturate le ultime sconfitte.
La sensazione è che il City, ultimamente capace di prendere gol in fotocopia, perdendo palla in fase di possesso e concedendo praterie alle spalle della linea difensiva, sia vittima di un logoramento quasi fisiologico, ma abbia comunque le risorse per riprendere quota. Premesso che nel mondo del calcio la riconoscenza non esiste, evidentemente Guardiola ha provato a scuotere l’ambiente e la squadra che si è improvvisamente avvitata su sé stessa.
Un esonero che appare impensabile
Guardiola potrebbe essere licenziato? Improbabile, anzi impensabile. È uno dei migliori allenatori del mondo, anche prima che arrivasse al City, dove il club è stato costruito secondo la sua visione. Ecco perché appare quantomeno complicato interrompere un rapporto che è stato appena rinnovato sino al giugno del 2026. La sensazione è che al netto di una rottura che rischierebbe di generare molto più caos di quanto non ve ne sia adesso, la dirigenza abbia già deciso. Ha preso atto che si è chiuso un ciclo straordinario e probabilmente irripetibile, ma ha intenzione di aprirne un altro seguendo i dettami di chi ha portato il club ai vertici del calcio inglese ed europeo.
Anche perché, ammesso e non concesso che il periodo d’oro del City si sia improvvisamente esaurito, resta da capire chi possa essere in grado di raccogliere l’enorme eredità di Guardiola. All’orizzonte non si vede un candidato in grado di reggere un peso del genere. Ecco perché tutto lascia credere che l’attuale allenatore dei citizens, sino a che si sentirà in grado di mantenere la guida tecnica del City, avrà ancora la possibilità di allenare la sua squadra.