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Guardiola, Mourinho, Conte e quell’insensata voglia di puntare il dito

Nessuno si sarebbe aspettato che dopo ventuno giornate di Premier League il Manchester City fosse distante 10 punti dalla vetta della classifica né tanto meno che Antonio Conte, alla guida del suo Chelsea, potesse infrangere il record di vittorie dello storico Arsenal di Wenger. Una cosa però era ipotizzabile: l’insensata ricerca da parte dei media, inglesi e non, di trovare un colpevole al minimo campanello d’allarme ed affibbiarlo di epiteti e necrologi ritirati dopo poche settimane. Ma partiamo con ordine…

L’esonero dell’allenatore primo in classifica – Siamo alla fine di settembre e diversi tabloid danno per certo l’esonero di Antonio Conte, alla guida della squadra da neanche due mesi. La notizia si diffonde in tutto il mondo con la velocità che solo il web può offrire ed iniziano anche a comparire i primi necrologi, si parla addirittura di fallimento all’italiana. E via con una serie di commenti che lasciano il tempo che trovano, molto poco. L’ex tecnico della Juventus mette in fila una serie di vittorie impressionanti che si interromperà solamente con la sconfitta a White Hart Lane. La classifica, però, è eloquente: il Chelsea guarda tutti dall’alto in basso con 10 punti di distacco.

José Mourinho è finito – Conclusosi presto il tormento Antonio Conte, la bufera mediatica si scatena in quel di Manchester colpendo José Mourinho e Paul Pogba. Dopo l’ultima esperienza con i Blues lo Special One ha dimostrato ancora una volta di essere un tecnico finito. O meglio, questo è quanto riportano in prima pagina tutti i media britannici e, come nel caso Conte, la news si espande a macchia d’olio. Mou è dunque finito? 12 risultati utili consecutivi e secondo posto a soli cinque punti di distacco dopo che aveva raggiunto addirittura la doppia cifra. E chissà che la rincorsa non sia solo all’inizio…

La fine del Guardiolismo – Dopo l’esperienza al Bayern Monaco Pep Guardiola ha firmato con il Manchester City: l’avventura con i Citizens è iniziata nel migliore dei modi con sei vittorie in altrettanti match disputati ma pian piano la rivoluzione attuata dallo spagnolo ha iniziato a scricchiolare e la squadra è scivolata in quinta posizione. Serve scrivere nuovamente quale sia stata la reazione dei media? Forse no ma stavolta l’occasione per ricordare la mancata vittoria in Champions League quando era in Baviera hanno permesso di rincarare la dose e scagliarsi contro l’iberico che, nelle ultime interviste, è sembrato piuttosto amareggiato.

Per concludere è doveroso ricordare che noi non puntiamo il dito contro le critiche costruttive, siamo i primi a muoverle quando necessario, ma lo facciamo verso i giudizi a priori soprattutto perché in poco tempo si è costretti a ritrattare: ed ecco che Conte porta con orgoglio la bandiera italiana in Inghilterra e che Mourinho torna ad essere Special. Magari con Guardiola il finale sarà quello dipinto dai tabloid ma, per favore, i giudizi si danno alla fine.

Gianmarco Galli Angeli

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