“Guardiola è il miglior allenatore del mondo“. Poche parole, concetto chiarissimo, parola di Zinedine Zidane, uno che per bacheca e percentuali di vittoria può permettersi di giudicare chi fa il suo stesso mestiere. Dopo i reciproci scambi di complimenti i due si affronteranno sul campo, in una sfida su due round che rappresenta a oggi l’eccellenza della Champions League, dai fortissimi giocatori in campo ai maestri che sono in panchina.
Ma il successo che Guardiola ha avuto per arrivare a guadagnarsi queste lodi da Zidane lo ha costruito inevitabilmente nelle sfide con il Real Madrid. Perché ciò che rende effettivamente grande una vittoria è sempre un grande avversario: Pep è probabilmente il vero rivoluzionario del calcio contemporaneo, la persona che ha cambiato la maniera di guardare le partite, quello che ha inventato un nuovo approccio alla fase offensiva, rendendola centrale nel calcio moderno.
GET READY!
🆚 Real Madrid
🏆 @ChampionsLeague
🏟 Santiago Bernabeu
⏰ 20:00 UK🔵 #ManCity pic.twitter.com/ODOJHrPh8H
— Manchester City (@ManCity) February 26, 2020
Ma senza quei successi contro il Real Madrid probabilmente si sarebbe creduto meno alla sua idea calcistica, si sarebbero presi altri modelli. Una rivalità e che rivalità, la più grande del calcio europeo, la più dominante dello scorso decennio: durante l’epoca Guardiola il Barcellona ha vinto tutti i campionati tranne l’ultimo, quando aveva già annunciato che avrebbe lasciato a fine stagione. Ma le sue sfide sono entrate nella leggenda della rivalità del Clásico, con picchi altissimi raggiunti con la Manita, con il 2-6 e soprattutto con quell’incredibile semifinale di Champions League della stagione 2010/11 che rimane il Barcellona-Real più prestigioso mai giocato nella storia.
Il Real Madrid per Guardiola è stato un ostacolo, uno stimolo, un continuare ad alzare continuamente l’asticella: d’altronde per battere il suo Barça le Merengues compravano campioni su campioni, fino a formare la squadra che sarebbe arrivata a Zidane quando lui però aveva già preso altre vie.
Si sono affrontati già in altre sedi, ma chiaramente con esiti differenti: il suo Bayern Monaco fu malamente umiliato nella Champions della Décima, e il suo ritorno al Bernabéu fu tutt’altro che trionfale. Stavolta però le carte in regola per una sfida di alto valore e dal grande equilibrio ci sono tutte, come se si fosse tornati agli anni d’oro del Clásico. Non sarà un Messi contro Ronaldo, ma comunque un Guardiola contro il Real, allenato da Zidane, a oggi il suo primo estimatore ma anche il suo più grande pericolo. Che lo spettacolo abbia inizio.
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