Ha infiammato l’ultimo pazzo giorno di calciomercato di Liga, ma forse è stata l’emozione più forte lasciata in questi anni di Barcellona. Griezmann lascia il Camp Nou, sua casa per due anni di un complicato affitto, dove l’amore non è mai sbocciato e le aspettative sono state terribilmente deluse. Basta un’immagine cinica per fotografare i suoi anni in blaugrana: Grizou è arrivato pagando la clausola da 120 milioni e se ne è andato per un prestito con diritto di riscatto condizionato a 40.
Il suo valore di mercato è un terzo rispetto a quando è stato acquistato. Vero, sono numeri freddi, che però aiutano a capire quanto siano stati difficili i suoi anni in blaugrana, anzi, se si va nel dettaglio ci si accorge che il calo del prezzo del cartellino è solo la unta dell’iceberg. Questione di timing, perché probabilmente Griezmann è stata la scelta sbagliata, al posto sbagliato, nel momento più sbagliato possibile.
Il Barcellona che lo ha accolto è stato quello più disorientato di tutti, capace di creare le solide basi del crollo attuale. L’era post Neymar è stata costellata di acquisti strapagati e poco funzionali al matrimonio con Messi e Suárez, e in questa cerchia Griezmann ci sguazza benissimo. È stato acquistato come una star, status meritatamente conquistato grazie a quanto fatto tra Francia e Atlético Madrid nell’anno di grazia 2018, ma non era la star di cui il Barça aveva bisogno.
Troppo poco esterno per completare il tridente con gli altri due, troppo poco prima punta per poter essere l’erede di Suárez quando è andato via. Se poi ci si mette che il suo arrivo è stato visto come l’emblema del mancato ritorno di Neymar, allora sia per i compagni che per i tifosi è sempre stato visto come un intruso, uno di passaggio. E non sorprende per questo che la sua avventura sia durata appena due anni.
Qualche guizzo in queste stagioni c’è stato, ma in un biennio in cui il Barcellona è riuscito a rimediare la miseria di una Copa del Rey e null’altro, il suo mancato apporto è stato considerato decisivo. Infatti anche dopo l’addio di Messi, fatto che avrebbe dovuto caricarlo di responsabilità e renderlo la vera stella dell’attacco del Barça, invece di inquadrarlo come possibile leader offensivo si è continuato a parlare di mercato sul suo conto, con voci diventate poi verità negli ultimi istanti della sessione.
Nei pochi incontri disputati in stagione l’attacco se l’è caricato sulle spalle Depay, mentre Griezmann ha a malapena tirato verso la porta. Le sue caratteristiche di attacco alla profondità si sono viste solo in alcuni bagliori della seconda parte dello scorso anno quando la squadra è passata a tre dietro, ma troppo poco per dare le sembianze del calciatore in grado di decidere le partite. C’era la possibilità di recuperarlo ma alla fine un Barcellona con forte necessità di fare cassa ha ritenuto più conveniente incassare che sperare in una sua rinascita, peraltro rimpiazzandolo con uno come De Jong di fatto messo alla porta dal Siviglia.
Ora Grizou è tornato all’Atlético Madrid, dove spera di riuscire a tornare quel giocatore in grado di cambiare le partite e conquistare titoli su titoli, Liga a parte che continua a non vincere in carriera. Si ritroverà in attacco quel Suárez che a Barcellona è stato prima un ostacolo e poi un pesante fantasma, l’ennesimo da scacciare per recuperare la carriera di un giocatore che negli ultimi due anni è stato in pace con se stesso solo con la maglia della Francia.