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Il Flamengo vede la finale di Libertadores, ma il Grêmio non è morto

Argentina da una parte, Brasile dall’altra. Dopo il remake del Superclásico copero si è giocata dall’altra parte del tabellone l’andata dell’altra semifinale, quella tra Grêmio e Flamengo. Il Brasileirão ha messo 15 punti di differenza tra di loro, con il Fla capolista che sogna uno storico double mai riuscito nella sua storia, visto che nel suo periodo d’oro non riuscì a far coincidere la vittoria della Copa Libertadores del 1982 con i campionati nazionali vinti un anno prima e un anno dopo.

Il Grêmio però è una squadra più adatta al formato della coppa: lo dimostrano le tre semifinali consecutive raggiunte e il successo del 2017, momento dal quale la rosa si è sì modificata negli uomini ma non nella natura. E allora partita viva, partita vera, con tutto aperto, nonostante gli indizi della stagione avessero già scelto un favorito.

E il pronostico continua a rimanere dalla parte del Flamengo per vari motivi: per l’1-1 in trasferta che concede l’opportunità di giocare in casa il ritorno con anche lo 0-0 a disposizione, per il fatto che durante la partita la squadra di Jorge Jesus di gol ne ha segnati 4, ma solamente uno è stato convalidato per via degli interventi del Var, in alcuni casi (vedi il fuorigioco del primo gol) ancora da comprendere. E poi la rosa rispetto alle passate stagioni ha messo il carico d’esperienza, riuscendo a sopperire assenze pesanti come quella di Diego con nomi di primissima fascia come Filipe Luis, Rafinha e De Arrascaeta.

Flamengo che vede Santiago più vicina sì, ma guai a dare per morto il Grêmio. Un tempo regalato prima di entrare in partita e giocare come Renato chiede: è servito l’intervallo per scuotersi, poi il gol incassato per reagire seriamente. Una squadra dalle tante risorse, con tantissimo talento dalla trequarti in su, ma anche dalla panchina. E infatti Renato, che queste partite le sa leggere alla perfezione, l’ha rimessa in piedi facendo entrare Pepê dalla panchina, a cui sono bastati soli 6 minuti per rimettere tutto in equilibrio.

E allora sarà una grande partita anche tra tre settimane al Maracanã, tra i veterani della Copa Libertadores e i più forti del campionato. Tutto ancora da decidere prima di sapere chi sarà la candidata alla finale del lato brasiliano.

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